ARTICOLI E DOCUMENTI CHE DIMOSTRANO LA DIVINITA' DI GESU' CRISTO

venerdì 26 dicembre 2008

CATTOLICI E VATICANO CONTRO LA MADRE DI GESU'

MUSICAL " MARIA DI NAZARET UNA STORIA CHE CONTINUA..... " DI M.P.LIOTTA OVVERO
IL COMPLOTTO CATTOLICO CONTRO MARIA SANTISSIMA COLEI CHE HA PORTATO IN GREMBO L'ALTISSIMO DIO ONNIPOTENTE.

CENTRO ANTI-BLASFEMIA

I CATTOLICI VATICANO COMPRESO SONO CONTRO LA SANTA VERINE MARIA E LE HANNO FATTO UN MUSICAL BLASFEMO

In questo musical vedrete la S.V.Maria come mai l'avete vista, non solo canta ma fa danza classica-moderna
e perfino mima i rapporti sessuali con Giuseppe e fa salti accrobatici.
Non è tutto Maria non è la candida e pura fanciullina dei Vangeli piena di grazie, e protetta dall'Altissimo,
no, è una fornaia di Nazaret che è coinvolta con Barabba un trafficante d'armi che la vuole sedurre.
Ultimamente Barabba lo troviamo spesso in racconti, e romanzi ed eresie, ma qui è davvero fuori luogo.
Quindi Maria secondo Maria Pia Liotta è una donna profana e popolana senza purezza.
I testi del Musical sono stati visionati ed accettati dal mariologo Padre Stefano De Fiores e don Antonio Tarzia direttore responsabile del gruppo periodici San Paolo.
Il Musical è patrocinato dal Vaticano; con sostenitori entusiasti e patricinatori: il Segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone, i Pontifici Consigli delle Comunicazioni sociali e della Cultura
e il presidente del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali, Claudio Maria Gelli. Qindi le autorità Vaticane approvano la dissacrazione della S.S. V.Maria.
Ormai è chiaro a tutti che in Vaticano regna Satana.
Noi credenti non abbiamo bisogno di Musical falsi blasfemi, per conoscere la S.V.Maria ci bastano i Vangeli veri e sacri.
Domanda e riflessione la S.S.V.Maria tutta pura e santa è daccordo con questo Musical blasfemo,falso e disscrante su di lei ?
E Gesù cosa ne pensa?



http://groups.google.com:80/group/centro-anti-blasfemia?hl=it

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MUSICAL MARIA DI NAZARET

Ecco le prime notizie sul musical Maria di Nazareth - Una storia che continua... Lo spettacolo è stato presentato nell'aula Giovanni Paolo II presso la Santa Sede.

L'anteprima mondiale si è già tenuta nell'aula Paolo VI, è la prima volta che il Vaticano patrocina un evento del genere.

L'opera è totalmente dedicata alla figura di Maria, mettendone in risalto la quotidianità, la sua dimensione di donna e madre in primis, ma anche madre di Dio.

Dopo la Divina Commedia, anche la Chiesa ha deciso che il teatro, forma di comunicazione primordiale, può essere una buona forma per evangelizzare e diffondere la Buona Novella...


TITOLO MUSICAL: Maria di Nazareth - Una storia che continua...
ANTEPRIMA MONDIALE: 17 giugno 2008
LUOGO: Aula Paolo VI
ORARIO: 19:30

CAST TECNICO
Ideazione: Maria Pia Liotta
Regia: Maria Pia Liotta
Libretto: Adele Dorothy Ciampa, Maria Pia Liotta
Musiche: Stelvio Cipriani
Coreografia: Salvator Spagnolo
Supervisione coreografica: Luciano Cannito
Scenografia: Antonella Luberti
Costumi: Giuseppe Tramontano
Produzione: AIRAM - Cultura e Comunicazione

ORCHESTRA: Teatro "Francesco Cilea" di Reggio Calabria

CAST ARTISTICO (attori principali)



Maria di Nazareth - Alma Manera (nella foto)
Angelo - Antonello Angiolillo
Diavolo - Marco Gandolfi Vannini
Gesù - Raffaele Latagliata
Giuseppe - Daniele Gatti
Elisabetta - Concetta Ascrizzi
Barabba - Giuseppe Cartellà

SITO UFFICIALE: www.mariadinazarethmusical.com



Audio-intervista a Marco Gandolfi Vannini qui

http://housetv.forumcommunity.net/?t=17236490



“Maria di Nazareth, una storia che continua…”,

Concedendo qualche licenza poetica alle vicende della Vergine, senza snaturare tanto meno svilire le Sacre Scritture, grazie alla supervisione teologica di padre Stefano De Fiores (studioso mariano) e di don Antonio Tarzia (direttore responsabile del gruppo periodici San Paolo), il profilo che emerge dal velo di tessuto grezzo di questa creatura è quello di una donna chiamata a un grande compito: partorire il figlio di Dio e donarlo per la salvezza dell’umanità come eucaristia del mondo.


Dall’8 dicembre al prossimo 31 maggio a Cinecittà lo spettacolo musicale ispirato alla madre di Gesù
L’annunciazione dell’Angelo, la passione di Gesù e l’ascensione al cielo. Sono i tre momenti cardine del musical Maria di Nazareth - Una storia che continua spettacolo che debutta lunedì 8 dicembre, giorno dell’Immacolata Concezione nel teatro tenda «La casa di Maria». Una struttura di 2700 posti appositamente costruita a Cinecittà (via Vincenzo Lamaro) per ospitare, fino al 31 maggio 2009, un musical di richiamo mondiale. Lo spettacolo, prodotto da Airam e musicato dal maestro Stelvio Cipriani, è stato presentato in prima mondiale a giugno nell'Aula Paolo VI della Santa Sede davanti a ottomila persone, e nasce da una suggestione della regista Maria Pia Liotta, (autrice del libretto insieme con Adele Dorothy Ciampa, nonché mamma della protagonista, la cantante attrice Alma Manera) la quale, ispirata dalla figura della Santa Vergine - la donna più famosa della storia dell’umanità, messaggera di pace, speranza e amore - ha pensato di attualizzare la vicenda partendo dalla storia di Maria vista come semplice donna terrena. Prima figlia, poi sposa e infine madre. Concedendo qualche licenza poetica alle vicende della Vergine, senza snaturare tanto meno svilire le Sacre Scritture, grazie alla supervisione teologica di padre Stefano De Fiores (studioso mariano) e di don Antonio Tarzia (direttore responsabile del gruppo periodici San Paolo), il profilo che emerge dal velo di tessuto grezzo di questa creatura è quello di una donna chiamata a un grande compito: partorire il figlio di Dio e donarlo per la salvezza dell’umanità come eucaristia del mondo.
Un semplice cono di luce, un segmento di voce, proiezione di filmati e scenografie imponenti. Dosando questi ingredienti alla spiritualità del libretto, il musical prova a mantenere in equilibrio l’umanizzazione di Maria con la grandezza del suo mistero. Per la prima volta su un palcoscenico la protagonista infatti è Maria di Nazareth, interprete «umanizzata» della storia su cui si fonda il Cristianesimo: Maria la bella fornaia ebrea che impasta il pane, che respinge le avance del diabolico Barabba (un venditore di armi) e si innamora del mite Giuseppe. Nel ruolo di colei che accetta benedicente la volontà di Dio e partorisce il Salvatore consapevole della gravità e dell’importanza del suo compito, c’è Alma Manera, voce intensa e forte presenza scenica. Con lei, protagonista con Carla Fracci nel 2005 in Nozze di sangue di Garcia Lorca, regia di Beppe Menegatti, c’è un cast di 40 giovani attori e 12 ballerini coordinati da Luciano Cannito.
Suggestive le scenografie, che riproducono i luoghi in cui Maria ha vissuto - dal cortile di casa di Anna e Gioacchino, dove da bimba Maria assiste alla preparazione del pane per la celebrazione del Kiddush, al Tempio in cui Gesù adulto entra per insegnare le Scritture - e un plauso ai costumi, riprodotti con attenzione filologica da Rosanna Grassia, e all’immagine grafica di Maria affidata allo scultore Silvio Amelio.

© SOCIETÀ EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=311387&PRINT=S

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Un’idea audace, complessa, carica di responsabilità. “Che non mi ha fatto dormire la notte” confessa la regista Maria Pia Liotta, con la voce emozionata. Già, perché portare sul palcoscenico la donna più famosa del mondo, madre di Gesù e simbolo stesso della fede cattolica, non è cosa facile. Tanto più se la scelta artistica ricade sul genere del musical, e la protagonista femminile incaricata di interpretare l’augusto ruolo splende nella sua femminilità di donna del sud.

Eppure tra i più incoraggianti sostenitori di questa missione artistica ci sono proprio gli ambienti vaticani, che hanno ospitato l’anteprima mondiale di “Maria di Nazareth, la storia continua…” lo scorso 17 giugno nella sala Paolo VI. E non solo si dicono entusiasti, appoggiando con convinzione il progetto, ma sono tra gli alti patrocinatori della produzione artistica, che ha visto coinvolti, tra gli altri, il Segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone, e i Pontifici Consigli delle Comunicazioni sociali e della Cultura.

Dello stesso avviso anche il presidente del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali, Claudio Maria Gelli, che ha ricordato come questo musical ben rappresenti la storia che continua “perché Maria è una realtà, una persona che ci accompagna nella vita, e una donna che cammina al nostro fianco con le movenze e le problematiche di una donna del nostro tempo. Auguro allo spettacolo un grande successo – ha aggiunto –e andiamo avanti con fiducia e profonda gioia”

E per essere certi di non sbagliare, regia, produzione e attori in scena si sono avvalsi di un contributo speciale: quello di padre Stefano De Fiores, teologo e fra i massimi esperti in Italia di mariologia, intervenuto anche lui con emozione alla presentazione di stamani. E che ha assistito, passo dopo passo, ad ogni fase di sviluppo del musical, per accertarsi che la creazione non prendesse il sopravvento o, per usare le sue stesse parole, “perché l’umanizzazione resa di Maria non la spogliasse del suo mistero”, come è giusto che sia per ogni soggetto di culto.
Il progetto, frutto dell’incontro tra la regista Maria Pia Liotta (che è anche la madre della protagonista, Alma Manera) e Adele Dorothy Ciampa, che insieme a lei ha scritto il libretto, è co-organizzato dal Comune di Roma.
E proprio per la particolarità e l’importanza del tema trattato, il musical non poteva essere presentato su un palco qualsiasi della capitale italiana. È per questa ragione che il debutto a Roma, dove lo spettacolo arriverà in prima nazionale, non solo coinciderà con la festa dell’Immacolata, il prossimo 8 dicembre, ma su un palco costruito su misura per l’occasione. Il Teatro tenda “Casa di Maria”, struttura capace di ospitare 2.700 spettatori all’interno del complesso di Cinecittà. Resterà in programmazione sino a maggio, per partire poi alla volta dei palcoscenici mondiali. Nessuna data certa per il momento ma tanti desideri. Quello che “Maria di Nazareth…la storia continua” giri il mondo “è solo un sogno, ma come dimostra questo musical a volte i sogni si avverano”, ha concluso emozionata la regista.
Cecilia Dalla Negra

Ultimo aggiornamento ( martedì 02 dicembre 2008 ) http://www.fondazioneitaliani.it/index.php/Maria-di-Nazareth-la-storia-continua...-in-arrivo-il-musical-delle-Sacre-Scritture.html

domenica 21 dicembre 2008

LA NOTTE DI NATALE E LA COMETA


STUDIO BIBLICO

LA NOTTE DI NATALE E LA COMETA

A cura di Giuliano Lattes e Martino Gerber studiosi biblisti

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VANGELO SECONDO SAN LUCA : 2, 1-20


LA NOTTE DI NATALE

2,1In quel tempo l'imperatore Augusto con un decreto ordinò il censimento di tutti gli abitanti dell'impero romano. 2Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. 3Tutti andavano a far scrivere il loro nome nei registri, ciascuno nel proprio luogo d'origine.
4Anche Giuseppe partì da Nàzaret, in Galilea, e salì a Betlemme, la città del re Davide, in Giudea. Andò là perché era un discendente diretto del re Davide, 5e Maria sua sposa, che era incinta, andò con lui.
6Mentre si trovavano a Betlemme, giunse per Maria il tempo di partorire, 7ed essa diede alla luce un figlio, il suo primogenito. Lo avvolse in fasce e lo mise a dormire nella mangiatoia di una stalla, perché per loro non c'era posto nell'alloggio.

Gli angeli portano l'annunzio ai pastori
8In quella stessa regione c'erano anche alcuni pastori. Essi passavano la notte all'aperto per fare la guardia al loro gregge. 9Un angelo del Signore si presentò a loro, la gloria del Signore li avvolse di luce ed essi ebbero una grande paura. 10L'angelo disse: "Non temete! Io vi porto una bella notizia che procurerà una grande gioia a tutto il popolo: 11oggi per voi, nella città di Davide, è nato il Salvatore, il Cristo, il Signore. 12Lo riconoscerete così: troverete un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia".
13Subito apparvero con lui molti altri angeli. Essi lodavano Dio con questo canto:
14"Gloria a Dio in cielo
e sulla terra pace per quelli che egli ama".
Poi gli angeli si allontanarono dai pastori e se ne tornarono in cielo.
15Intanto i pastori dicevano gli uni agli altri: "Andiamo fino a Betlemme per vedere quel che è accaduto e che il Signore ci ha fatto sapere". 16Giunsero in fretta a Betlemme e là trovarono Maria, Giuseppe e il bambino che giaceva nella mangiatoia. 17Dopo averlo visto, fecero sapere ciò che avevano sentito di questo bambino. 18Tutti quelli che ascoltarono i pastori si meravigliarono di quello che essi raccontavano. 19Maria, da parte sua, custodiva il ricordo di tutti questi fatti e li meditava dentro di sé. 20I pastori, sulla via del ritorno, lodavano Dio e lo ringraziavano per quel che avevano sentito e visto, perché tutto era avvenuto come l'angelo aveva loro detto.


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VANGELO SECONDO SAN MATTEO: 2, 1-12



LA COMETA
2,1Gesù nacque a Betlemme, una città nella regione della Giudea, al tempo del re Erode. Dopo la sua nascita, arrivarono a Gerusalemme alcuni uomini sapienti che venivano dall'oriente 2e domandarono: "Dove si trova quel bambino, nato da poco, il re dei Giudei? In oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo".
3Queste parole misero in agitazione tutti gli abitanti di Gerusalemme, e specialmente il re Erode. Egli, appena lo seppe, 4radunò tutti i capi dei sacerdoti e i maestri della Legge e domandò loro:
- In quale luogo deve nascere il Messia?
5Essi risposero:
- A Betlemme, nella regione della Giudea, perché il profeta ha scritto:
6Tu Betlemme, del paese di Giudea,
non sei certo la meno importante tra le città della Giudea,
perché da te uscirà un capo
che guiderà il mio popolo, Israele.
7Allora il re Erode chiamò in segreto quei sapienti e si fece dire con esattezza quando era apparsa la stella. 8Poi li mandò a Betlemme dicendo: "Andate e cercate con ogni cura il bambino. Quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, così anch'io andrò a onorarlo".
9- 10Ricevute queste istruzioni da parte del re, essi partirono. In viaggio, apparve ancora a quei sapienti la stella che avevano visto in oriente, ed essi furono pieni di grande gioia. La stella si muoveva davanti a loro fino a quando non arrivò sopra la casa dove si trovava il bambino. Là si fermò.
11Essi entrarono in quella casa e videro il bambino e sua madre, Maria. Si inginocchiarono e lo adorarono. Poi aprirono i bagagli e gli offrirono regali: oro, incenso e mirra.
12Più tardi, in sogno, Dio li avvertì di non tornare dal re Erode. Essi presero allora un'altra strada e ritornarono al loro paese.

Citazioni Bibbia Tilc

http://www.bibbiaedu.it/interconfessionale_note/nt/vangeli/index.html



http://groups.google.com/group/studio-biblico?hl=it

giovedì 18 dicembre 2008

LA NASCITA' DI GESU IL MESSIA

LA NASCITA' DI GESU IL MESSIA



VANGELO DI MATTEO: 1, 1-2, 23




1

1Gesù Cristo è discendente di Davide, il quale a sua volta è discendente di Abramo. Ecco l'elenco degli antenati della sua famiglia:
2Abramo fu il padre di Isacco;
Isacco di Giacobbe;
Giacobbe di Giuda e dei suoi fratelli;
3Giuda fu il padre di Fares e Zara (loro madre fu Tamar);
Fares di Esrom;
Esrom di Aram;
4Aram fu il padre di Aminadàb;
Aminadàb di Naassòn;
Naassòn di Salmòn:
5Salmòn fu il padre di Booz (la madre di Booz fu Racab);
Booz fu il padre di Obed (la madre di Obed fu Rut);
Obed fu il padre di Iesse;
6Iesse fu il padre di Davide.
Davide fu il padre di Salomone (la madre era stata moglie di Urìa);
7Salomone fu il padre di Roboamo;
Roboamo di Abìa;
Abìa di Asàf;
8Asàf fu il padre di Giòsafat;
Giòsafat di Ioram;
Ioram di Ozia;
9Ozia fu il padre di Ioatam;
Ioatam di Acaz;
Acaz di Ezechia;
10Ezechia fu il padre di Manàsse;
Manàsse di Amos;
Amos di Giosia;
11Giosia fu il padre di Ieconia e dei suoi fratelli, al tempo in cui il popolo d'Israele fu deportato in esilio a Babilonia.
12Dopo l'esilio a Babilonia, Ieconia fu il
padre di Salatiel;
Salatiel fu il padre di Zorobabèle;
13Zorobabèle fu il padre di Abiùd;
Abiùd di Elìacim;
Elìacim di Azor;
14Azor fu il padre di Sadoc;
Sadoc di Achim;
Achim di Eliùd;
15Eliùd fu il padre di Eleàzar;
Eleàzar di Mattan;
Mattan di Giacobbe;
16Giacobbe fu il padre di Giuseppe;
Giuseppe sposò Maria e Maria fu la madre di Gesù, chiamato Cristo.
17Dunque da Abramo a Davide ci sono quattordici generazioni; dal tempo di Davide fino all'esilio di Babilonia ce ne sono altre quattordici; infine, dall'esilio in Babilonia fino a Cristo ci sono ancora quattordici generazioni.

Come nacque Gesù
(vedi Luca 2, 1-7)
18Ecco come è nato Gesù Cristo. Maria, sua madre, era fidanzata con Giuseppe; essi non vivevano ancora insieme, ma lo Spirito Santo agì in Maria ed ella si trovò incinta. 19Ormai Giuseppe stava per sposarla. Egli voleva fare ciò che era giusto, ma non voleva denunziarla di fronte a tutti. Allora decise di rompere il fidanzamento, senza dire niente a nessuno.
20Ci stava ancora pensando, quando una notte in sogno gli apparve un angelo del Signore e gli disse: "Giuseppe, discendente di Davide, non devi aver paura di sposare Maria, la tua fidanzata: il bambino che lei aspetta è opera dello Spirito Santo. 21Essa partorirà un figlio e tu gli metterai nome Gesù, perché lui salverà il suo popolo da tutti i suoi peccati".
22E così si realizzò quel che il Signore aveva detto per mezzo del profeta Isaia:
23Ecco, la vergine sarà incinta,
partorirà un figlio ed egli sarà chiamato Emmanuele.
Questo nome significa: "Dio è con noi".
24Quando Giuseppe si svegliò, fece come l'angelo di Dio gli aveva ordinato e prese Maria in casa sua. 25E senza che avessero avuto fin allora rapporti matrimoniali, Maria partorì il bambino e Giuseppe gli mise nome Gesù.


2
1Gesù nacque a Betlemme, una città nella regione della Giudea, al tempo del re Erode. Dopo la sua nascita, arrivarono a Gerusalemme alcuni uomini sapienti che venivano dall'oriente 2e domandarono: "Dove si trova quel bambino, nato da poco, il re dei Giudei? In oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo".
3Queste parole misero in agitazione tutti gli abitanti di Gerusalemme, e specialmente il re Erode. Egli, appena lo seppe, 4radunò tutti i capi dei sacerdoti e i maestri della Legge e domandò loro:
- In quale luogo deve nascere il Messia?
5Essi risposero:
- A Betlemme, nella regione della Giudea, perché il profeta ha scritto:
6Tu Betlemme, del paese di Giudea,
non sei certo la meno importante tra le città della Giudea,
perché da te uscirà un capo
che guiderà il mio popolo, Israele.
7Allora il re Erode chiamò in segreto quei sapienti e si fece dire con esattezza quando era apparsa la stella. 8Poi li mandò a Betlemme dicendo: "Andate e cercate con ogni cura il bambino. Quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, così anch'io andrò a onorarlo".
9- 10Ricevute queste istruzioni da parte del re, essi partirono. In viaggio, apparve ancora a quei sapienti la stella che avevano visto in oriente, ed essi furono pieni di grande gioia. La stella si muoveva davanti a loro fino a quando non arrivò sopra la casa dove si trovava il bambino. Là si fermò.
11Essi entrarono in quella casa e videro il bambino e sua madre, Maria. Si inginocchiarono e lo adorarono. Poi aprirono i bagagli e gli offrirono regali: oro, incenso e mirra.
12Più tardi, in sogno, Dio li avvertì di non tornare dal re Erode. Essi presero allora un'altra strada e ritornarono al loro paese.

Giuseppe e Maria fuggono in Egitto
13Dopo la partenza dei sapienti, Giuseppe fece un sogno. L'angelo di Dio gli apparve e gli disse: "Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto. Erode sta cercando il bambino per ucciderlo. Tu devi rimanere là, fino a quando io non ti avvertirò".
14Giuseppe si alzò, di notte prese con sé il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto. 15E vi rimase fino a quando non morì il re Erode. Così si realizzò quel che il Signore aveva detto per mezzo del profeta Osea: Ho chiamato mio figlio dall'Egitto.

Erode fa uccidere i bambini di Betlemme
16Il re Erode si accorse che i sapienti dell'oriente lo avevano ingannato e allora si infuriò. Ricordando quel che si era fatto dire da loro, calcolò il tempo; e quindi fece uccidere tutti i bambini di Betlemme e dei dintorni, dai due anni in giù. 17Allora si realizzò quel che Dio aveva detto per mezzo del profeta Geremia:
18Una voce si è sentita nella regione di Rama,
pianti e lunghi lamenti.
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata,
perché essi non ci sono più.

Giuseppe e Maria tornano dall'Egitto
19Dopo la morte di Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe, in Egitto. 20L'angelo gli disse: "Àlzati, prendi il bambino e sua madre e torna nella terra d'Israele: perché ormai sono morti quelli che cercavano di far morire il bambino". 21Giuseppe si alzò, prese con sé il bambino e sua madre e ritornò nella terra d'Israele. 22Ma venuto a sapere che al posto di Erode era diventato re della Giudea suo figlio Archelao, ebbe paura di fermarsi in quella regione. Informato da un sogno, partì verso la Galilea 23e andò ad abitare in un villaggio che si chiamava Nàzaret. Così si realizzò quel che Dio aveva detto per mezzo dei profeti: "Egli sarà chiamato Nazareno".








http://www.bibbiaedu.it/pls/bibbiaol/GestBibbia_int2.Ricerca?Libro=Matteo&Capitolo=2

LA NASCITA' DI GESU' IL FIGLIO DI DIO DAL VANGELO DI SAN LUCA

LA NASCITA' DI GESU' IL FIGLIO DI DIO DAL VANGELO DI SAN LUCA: 1, 26-56---2, 1-52

L'ANNUNZIO DELLA NASCITA DI GESU'
1:26 Al sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città di Galilea, chiamata Nazaret,
1:27 a una vergine fidanzata a un uomo chiamato Giuseppe, della casa di Davide; e il nome della vergine era Maria.
1:28 L'angelo, entrato da lei, disse: "Ti saluto, o favorita dalla grazia; il Signore è con te".
1:29 Ella fu turbata a queste parole, e si domandava che cosa volesse dire un tale saluto.
1:30 L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.
1:31 Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù.
1:32 Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo, e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre.
1:33 Egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine".
1:34 Maria disse all'angelo: "Come avverrà questo, dal momento che non conosco uomo?"
1:35 L'angelo le rispose: "Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà dell'ombra sua; perciò, anche colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio.
1:36 Ecco, Elisabetta, tua parente, ha concepito anche lei un figlio nella sua vecchiaia; e questo è il sesto mese, per lei, che era chiamata sterile;
1:37 poiché nessuna parola di Dio rimarrà inefficace".
1:38 Maria disse: "Ecco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola". E l'angelo la lasciò.
LA VISITA DI MARIA AD ELISABETTA
1:39 In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta nella regione montuosa, in una città di Giuda,
1:40 ed entrò in casa di Zaccaria e salutò Elisabetta.
1:41 Appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino le balzò nel grembo; ed Elisabetta fu piena di Spirito Santo,
1:42 e ad alta voce esclamò: "Benedetta sei tu fra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno!
1:43 Come mai mi è dato che la madre del mio Signore venga da me?
1:44 Poiché ecco, non appena la voce del tuo saluto mi è giunta agli orecchi, per la gioia il bambino mi è balzato nel grembo.
1:45 Beata è colei che ha creduto che quanto le è stato detto da parte del Signore avrà compimento".
1:46 E Maria disse: "L'anima mia magnifica il Signore,
1:47 e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore,
1:48 perché egli ha guardato alla bassezza della sua serva. Da ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata,
1:49 perché grandi cose mi ha fatte il Potente. Santo è il suo nome;
1:50 e la sua misericordia si estende di generazione in generazione su quelli che lo temono.
1:51 Egli ha operato potentemente con il suo braccio; ha disperso quelli che erano superbi nei pensieri del loro cuore;
1:52 ha detronizzato i potenti, e ha innalzato gli umili;
1:53 ha colmato di beni gli affamati, e ha rimandato a mani vuote i ricchi.
1:54 Ha soccorso Israele, suo servitore, ricordandosi della misericordia,
1:55 di cui aveva parlato ai nostri padri, verso Abraamo e verso la sua discendenza per sempre".
1:56 Maria rimase con Elisabetta circa tre mesi; poi se ne tornò a casa sua.

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LA NASCITA DI GESU'
2:1 In quel tempo uscì un decreto da parte di Cesare Augusto, che ordinava il censimento di tutto l'impero.
2:2 Questo fu il primo censimento fatto quando Quirinio era governatore della Siria.
2:3 Tutti andavano a farsi registrare, ciascuno alla sua città.
2:4 Dalla Galilea, dalla città di Nazaret, anche Giuseppe salì in Giudea, alla città di Davide chiamata Betlemme, perché era della casa e famiglia di Davide,
2:5 per farsi registrare con Maria, sua sposa, che era incinta.
2:6 Mentre erano là, si compì per lei il tempo del parto;
2:7 ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito, lo fasciò, e lo coricò in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.
2:8 In quella stessa regione c'erano dei pastori che stavano nei campi e di notte facevano la guardia al loro gregge.
2:9 E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendé intorno a loro, e furono presi da gran timore.
2:10 L'angelo disse loro: "Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà:
2:11 "Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore.
2:12 E questo vi servirà di segno: troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia"".
2:13 E a un tratto vi fu con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
2:14 "Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini ch'egli gradisce!"
2:15 Quando gli angeli se ne furono andati verso il cielo, i pastori dicevano tra di loro: "Andiamo fino a Betlemme e vediamo ciò che è avvenuto, e che il Signore ci ha fatto sapere".
2:16 Andarono in fretta, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia;
2:17 e, vedutolo, divulgarono quello che era stato loro detto di quel bambino.
2:18 E tutti quelli che li udirono si meravigliarono delle cose dette loro dai pastori.
2:19 Maria serbava in sé tutte queste cose, meditandole in cuor suo.
2:20 E i pastori tornarono indietro, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato loro annunziato.
LA PRESENTAZIONE DI GESU' AL TEMPIO
2:21 Quando furono compiuti gli otto giorni dopo i quali egli doveva essere circonciso, gli fu messo il nome di Gesù, che gli era stato dato dall'angelo prima che egli fosse concepito.
2:22 Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore,
2:23 come è scritto nella legge del Signore: "Ogni maschio primogenito sarà consacrato al Signore";
2:24 e per offrire il sacrificio di cui parla la legge del Signore, di un paio di tortore o di due giovani colombi.
2:25 Vi era in Gerusalemme un uomo di nome Simeone; quest'uomo era giusto e timorato di Dio, e aspettava la consolazione d'Israele; lo Spirito Santo era sopra di lui;
2:26 e gli era stato rivelato dallo Spirito Santo che non sarebbe morto prima di aver visto il Cristo del Signore.
2:27 Egli, mosso dallo Spirito, andò nel tempio; e, come i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere a suo riguardo le prescrizioni della legge,
2:28 lo prese in braccio, e benedisse Dio, dicendo:
2:29 "Ora, o mio Signore, tu lasci andare in pace il tuo servo, secondo la tua parola;
2:30 perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
2:31 che hai preparata dinanzi a tutti i popoli
2:32 per essere luce da illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele".
2:33 Il padre e la madre di Gesù restavano meravigliati delle cose che si dicevano di lui.
2:34 E Simeone li benedisse, dicendo a Maria, madre di lui: "Ecco, egli è posto a caduta e a rialzamento di molti in Israele, come segno di contraddizione
2:35 a te stessa una spada trafiggerà l'anima), affinché i pensieri di molti cuori siano svelati".
2:36 Vi era anche Anna, profetessa, figlia di Fanuel, della tribù di Aser. Era molto avanti negli anni: dopo essere vissuta con il marito sette anni dalla sua verginità, era rimasta vedova e aveva raggiunto gli ottantaquattro anni.
2:37 Non si allontanava mai dal tempio e serviva Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.
2:38 Sopraggiunta in quella stessa ora, anche lei lodava Dio e parlava del bambino a tutti quelli che aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
RITORNO A NAZARETH
2:39 Com'ebbero adempiuto tutte le prescrizioni della legge del Signore, tornarono in Galilea, a Nazaret, loro città.
2:40 E il bambino cresceva e si fortificava; era pieno di sapienza e la grazia di Dio era su di lui.
GESU' FRA I DOTTORI NEL TEMPIO
2:41 I suoi genitori andavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua.
2:42 Quando giunse all'età di dodici anni, salirono a Gerusalemme, secondo l'usanza della festa;
2:43 passati i giorni della festa, mentre tornavano, il bambino Gesù rimase in Gerusalemme all'insaputa dei genitori;
2:44 i quali, pensando che egli fosse nella comitiva, camminarono una giornata, poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti;
2:45 e, non avendolo trovato, tornarono a Gerusalemme cercandolo.
2:46 Tre giorni dopo lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri: li ascoltava e faceva loro delle domande;
2:47 e tutti quelli che l'udivano, si stupivano del suo senno e delle sue risposte.
2:48 Quando i suoi genitori lo videro, rimasero stupiti; e sua madre gli disse: "Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io ti cercavamo, stando in gran pena".
2:49 Ed egli disse loro: "Perché mi cercavate? Non sapevate che io dovevo trovarmi nella casa del Padre mio?"
2:50 Ed essi non capirono le parole che egli aveva dette loro.
2:51 Poi discese con loro, andò a Nazaret, e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore.
2:52 E Gesù cresceva in sapienza, in statura e in grazia davanti a Dio e agli uomini.


da: La Sacra Bibbia "Nuova Riveduta sui testi originali"
Copyright © 1994, Società Biblica di Ginevra - CH-1211 Ginevra




http://camcris.altervista.org/nt_luc.html

martedì 16 dicembre 2008

LA CHIESA CATTOLICA ACCETTA FILM DOVE VIENE ESALTATA LA FIGURA DI GIUDA

DAL CENTRO ANTI-BLASFEMIA
LA CHIESA CATTOLICA ACCETTA FILM DOVE VIENE ESALTATA LA FIGURA DI GIUDA

In particolare ci sono tre film che esaltano Giuda nello stile canaita;
JESUS CHRIST SUPERSTAR-FILM EMUSICAL; ormai opera sacra per i cattolici, vediamo
infatti che il musical viene rappresentato nelle chiese stesse.
IL BACIO DI GIUDA-FILM DI PAOLO BENVENUTI; girato presso la parrocchia San Pierino di Pisa,
ed accettato dai cattolici come capolavoro, specialmente dal gesuita Virgilio Fantuzzi.

L'ULTIMA TENTAZIONE DI CRISTO-DI M.SCORSESE; film apprezzato dai gesuiti, e riprodotto e
vnduto in tutto il mondo dai Paolini.
IL VANGELO SECONDO PILATO DI E.SCHMITT; pubblicato e venduto dai Paolini.

Ecco le trame di queste opere sataniche;



JESUS CHRIST SUPERSTAR

Il titolo più appropiato sarebbe Giuda Superstar.

Recnsione da Mymovies

Il film di N.F.Jewson,Jesus Christ Superstar,resterà un film sempre moderno,specialmente perché fa rivivere l'ebbrezza degli anni 70. E' uno dei film che piace di più ai giovani,specialmente per le musiche.In questo film il vero eroe è Giuda,sapiente e razionale. Il film inizia,con l'arrivo di un enorme autobus nel deserto. Dall'autobus scendono un gruppo di hippies,hanno con loro una enorme croce.Questi hippies,si mettono dei costumi e si truccano. Al'improvviso,fra loro spunta un ragazzo biondo dagli occhi azzurri,gli hippies lo vestono con una tunica bianca.Tutti insieme,al'improvviso, iniziano a cantare il Musical di A.L.Webber&T.Rice,"Jesus Christ Superstar". Il ragazzo biondo,è Gesù,gli si avvicina una ragazza,è Maria Maddalena,una peccatrice,che riesce con la sua dolcezza a conquistare Gesù,il quale per lei è solo un uomo,e sta sempre con lui,giorno e notte. Maria ama molto Gesù,lo coccola,lo profuma,gli canta una dolce canzone. Giuda,vedendo che Gesù,si comporta da libertino,facendosi amare da una peccatrice,lo critica di comportarsi il contrario di come insegna. Questo Gesù,non solo è libertino,ma è anche confuso,non sa chi sia,ne perché deve morire,perfino si dimostra duro con dei lebrosi e malati che gli chiedono aiuto,dice loro che sono troppi,non devono spingerlo, che non ce la fà a guarirli,e li manda via,dicendo loro di guarirsi da soli.Giuda,vede Maria che unge Gesù,con il costoso nardo,e si infuria. Quindi Giuda va a tradire Gesù.Dopo l'ultima cena,Gesù inizia la sua passione nell'orto degli ulivo il Getzemani.Questo Gesù,non è sicuro,è triste,stanco,e inveisce contro Dio,a cui chiede di mostrargli che non sarà ucciso invano,che c'è uno scopo perché vuole farlo morire,poi gli dichiara che è molto astuto sul dove e sul come,ma non è così esperto sul perché.Gesù,viene arrestato,viene portato da Pilato,poi da Erode, poi di nuovo da Pilato.Gesù,viene condannato,viene frustato. Ora accade,non è più una recita,Gesù viene davvero crocifisso. Giuda,pentito,si scaglia contro Dio e lo accusa dicendogli,che non saprà mai perché lo ha scelto per il suo crimine,i suo ripugnante, crudele crimine,e gli urla che Lui lo ha assasinato.Giuda si impicca. Giuda,muore e diventa un candido Angelo,il quale scende dal cielo, insieme ad altri angeli,con i quali prende in giro il crocifisso,dicendogli che si è fatto crocifiggere invano,ed altri insulti.Gesù,muore davvero,gli hippies,allora vanno via di corsa, lasciando Gesù,tra due crocifissi morti.Gli ultimi a prendere l'autobus sono il ragazzo di colore che faceva la parte di Giuda, e la ragazza che faceva la parte di Maria Maddalena. Il film finisce così,l'autobus si allontana velocemente,mentre all'orizzonte con il sole che tramonta,si vede il crocifisso, un uomo ucciso e abbandonato da una banda di squilibrati. Questo è il Vangelo visto da Jewison,che non crede in Gesù. Ma chi crede in Gesù,sà che Gesù è davvero risorto,dopo ascese incielo,e da lì scenderà nello stesso modo come è asceso, solo alla fine del mondo.Chi crede in Gesù sà che era Santo e castissimo,pieno d'amore verso tutti.Gesù,guariva tutti i malati che accorrevano a lui,Gesù disse"Venite a me,voi tutti che siete affaticati e stanchi,ed io vi darò sollievo". Gesù,amava e obbediva al Padre,facendo sempre la sua volontà. Nei Vangeli Maria Mddalena,non era una peccatrice, amava Gesù con purezza tanto da essere degna di vederlo per prima risorto.Giuda invece,viene chiamato diavolo da Gesù.



http://www.mymovies.it/pubblico/articolo/?id=202117



CENTRO ANTI-BLASFEMIA:IL MUSICAL JESUS CHRIST SUPERSTAR


JESUS CHRIST SUPERSTAR è un opera molto blasfema,principalmente perché
gli autori;Andrew Lloyd Webber e Tim Rice,sono agnostci,non credono in Gesù.
Nelle varie interviste hanno dichiarato che per loro Gesù era un falso pofeta,sciocco
e libertino,mentre il vero sapiente era solo Giuda,l'unico che capiva come andavano le cose.
Quindi vediamo che il Musical JCS insiste sulla negazione del Figlio di Dio.
All'inizio,vediamo che la prostituta Maria Maddalena,riesce a sedurre Gesù,con le sue arti,
lo cosparge di mirra,lo coccola,l'accarezza.Giuda vedendo questo,critica Gesù di essere
immorale,e fare il contrario di ciò che insegna.Intanto Gesù e Maddalena,vivono insieme
giorno e notte,lei di notte gli canta una sensuale ninna nanna,gli sussurra di stare
calmo,di rilassarsi e chiudere gli occhi,mentre lei baderà a lui e lo rinfrescherà con la
mirrà.Gesù e Maddalena sono quindi amanti.Ecco come Maddalena descrive il suo
amore per Gesù;
"Io non so come amarlo,cosa fare a convincerlo.
E' un uomo,è solo un uomo,ed io ho avuto tanti uomini prima,
in tutti i modi.Lui è solo uno in più.
Dovrei violentarlo?
Dovrei gridare e urlare?
Dare sfogo ai mii sentimenti?
Poi,se mi dicesse che mi ama,
non potrei resistere,propio non potrei resistere.....
Lo voglio così,l'amo così".
Quindi la prostituta Maddalena,crede che questo suo amato Gesù,non è altro che uno dei
suoi tanti amanti,è solo un uomo,un uomo come gli altri che vanno a protitute.
Quindi nel Musical JCS,Gesù è un libertino peccatore,non è finita qui,la dissacrazione continua.
Ecco che nel Musical Gesù è pure malvagio.Quando una folla di bisognosi e malati,
e lebbrosi preme per ricevere guarigioni,conforto e consolazione,
Gesù dice loro con furia"Siete troppi-non spingete!Non ce la faccio-non premete!
Guaritevi da soli,lasciatmi in pace"Questa è la pura e semplice negazone della
più importante verità del vangelo:la divinità del Signore Gesù.
Gesù,nel Musical non solo è libertino e malvagio,è anche un essere insicuro,triste, stanco,
è confuso e no sa realmente chi è,perché deve morire,e si ribbella a Dio,perché lo fa morire
senza un motivo:"Mostrami adesso che non sarò ucciso invano..........................................
.....Mostrami che c'è uno scopo perché mi vuo fare morire.Sei molto astuto sul dove e sul come,ma non così
esperto sul perché"Quindi abbiamo un Gesù che bestemmia Dio,e poi continua a urlare a Dio,
dicendogli di inchiodarlo e ucciderlo adesso prima che lui cambi idea,vere bstemmie
che rendono Gesù il contrario di come è descritto nel Vangelo.
Anche Giuda nel Musical accusa Dio di averlo usato;"Dio!Non saprò mai perchè mi hai scelto per il tuo
crimine,il tuo ripugnante,crudele crimine!Tu mi hai assssinato!"
Però poi nel Musical,vediamo che Giuda,dopo essersi impiccato,muore e diventa un Angelo,
e scende dal cielo con altri Angeli e prende in giro Gesù che si trova sulla croce,dicendogli
che si è fatto crocifiggere invano.
Gesù,nel Musical,muore crocifisso,non risorge,infatti non è Figlio di Dio ma un pazzo peccatore
libertino e malvagio.
Che atei amino questo Musical è normale,ma chi si dice cristiano ed accetta questo Musical,
nega la sua fede ed è un ipocrita e bestemmia Dio,le Sacre Scritture e il Signore Gesù.
Se Gesù fosse stato come quello del Musical,il cristianesimo non sarebe mai nato,e
nessuno conoscerebbe Gesù ora.
CENTRO ANTI-BLAFEMIA


IL BACIO DI GIUDA DI PAOLO BENVENUTI

Il regista Benvenuti è ateo e quindi non crede nei vangeli ufficiali, ma ha voluto lo stesso fare
un film su Gesù, un Gesù che costruisce secondoi soui ideali unendo a spunti dei vangeli
ufficiali anche citazioni dei vangeli gnostici, in particolare il vangelo di Tommaso e quello
di Filippo. Per il personaggio di Giuda usa il vangelo dei gnostici canaiti i quali adoravano
Satana e quindi per loro Giuda è un eroe.
La trama si riduce a questa storia; Gesù è un matto che si crede essere l'agnello di Dio,
che deve essere sacrificato e quindi ucciso per salvare il mondo, ma specialmente per
la propria gloria. Ora nessuno ha intenzione di ucciderlo, i farisei preferiscono sacrificare
gli agnelli della mandria. Quindi ecco che l'apostolo Giuda, l'unico ad avere intelletto
e cultura, e conoscenza delle Sacre Scritture, interviene e in comune accordo con Gesù
accetta di tradirlo, servirlo, e salvarlo ad estremis da una brutta figuraccia di mitomane.
Il Gesù di Benvenuti è proprio diverso dal vero Gesù evangelico, non ha nessuna grazia,
e si comporta da matto spudorato come nello stare nudo presso la riva del lago Tiberiade
in compagnia di bimbi completamente ed oscenamente nudi. La scena fa apparire questo
Gesù un nudista pedifilo. Un altra scena mostra un Gesù animalesco che si rotola sul
pavimento come una bestia, intento nel lavare i piedi agli Apostoli, in questa scena
Gesù fa veramente pietà, non solo è matto ma è anche bestiale.
Vuol dire che il regista Benvenuti pensa che con la fantasia otteniamo Gesù che può
diventare realtà storica. Quanta illusione, Gesù quello checi salva è solo quello del
Nuovo Testamento, i Gesù partoriti dalla mente di uomini agnostici ed atei sono
solo bestemmie che portano all'inferno, ma prima possono confondere le idee anche ai credenti.


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RECENSIONE SUL FILM DI MARTIN SCORSESE:L'ULTIMA TENTZIONE DI CRISTO"

DAL PUNTO DI VISTA RELIGIOSO

Gesù,esiste ha detto se due o tre si uniscono nel mio nome,io sarò in mezzo a loro.Gesù è sceso dal cielo,ha detto di essere pane sceso dal cielo.Gesù era il verbo che si fece carne,era perfettisimo,era l'agnello di Dio che toglie i peccati del mondo.Gesù chiedeva a chi lo voleva seguire,di amarlo più di tutto,lasciare casa,famiglia averi,e possibilmente restare vergini,farsi eunuchi per il regno.Gesù,vuole che venga presto il regno dei cieli,li i risorti saranno come gli angeli,non potranno sposarsi,perché saranno figli della resurrezione, non potranno più morire,saranno figli di Dio.Gesù è già Figlio di Dio, veramente è Dio,chi vede Lui vede il Padre.Gesù,è nato tramite lo Spirito Santo,senza rapporti impuri.Gesù essendo Dio,trasfigurò e divenne tutto luccicante davanti agli apostoli,non poteva fare sesso,sposarsi,la S.Eucaristia,non può fare sesso,ne la S.Trinità, ne Dio,quello giudaico-cristiano,certo i dei pagani vanno con animali e praticano l'incesto.Gesù,consiglia a chi può di restare vergine, cosa che lui avrebbe fatto anche se fosse stato solo un S.profeta,un uomo,come gli esseni. Gesù,ha vinto Satana,e il mondo,perfino dava questo potere agli apostoli,di esorcizzare in suo nome,Gesù vedeva Satana scendere dal cielo,cercare gli apostoli e vagliarli come il grano,Gesù disse che Satana,il principe di questo mondo non poteva fare nulla contro di Lui. Gesù,chiamò Pietro Satana,solo perché,non accettava che Lui morisse,figuriamoci come manda via qualsiasi diavolo tentatore,per cose più gravi.Gesù,guidato dallo Spirito Santo,andò nel deserto, per farsi tentare dal demonio,ma sono tentazini esterne,due solo provocazioni,quella del pane,e del pineacolo,la terza,qui Satana gli chiede di essere adorato,è chiaro che Gesù,stesso non si può fare questa tentazione.Per Gesù,le tentazioni interne a peccare sono peccati,come il solo guardare un donna,per desiderarla è adulterio. Gesù,in vista,delle tentazioni interiori,ci chiede,se il tuo occhio ti fa inciampare cavatelo,è meglio entrare nel Regno senza un occhio, che finire all'inferno. Gesù,è venuto ad insegnarci la verità,Lui è Via Verità Vita. Ora chi crede in questo Gesù dei Vangeli,si salva,può guarire,può diventare Santo come S.Antonio. Chi crede nei falsi Gesù,inventati da atei comunisti,come il greco Kazantzakis,perde tutto,la vita e l'anima e la gioia. Kazantzakis si è inventato un Gesù,che si ribbella a Dio,costruisce croci,crocifigge,un assassino.Poi è pure schizofrenico,vuole colpire, vuole,uccidere,vuole prendere le donne,ma ha paura. Un Gesù,talmente peccatore,che dice di essere il santo della bestemmia, un Gesù,attaccato alle cose terrene,vuole sposarsi si frega del regno. Un Gesù,che lotta con le voci della sua mente malata,non sa se è Satana o Dio a parlargli.Un Gesù,talmente sciocco,che si fa guidare da Giuda.In croce scambia Satana per un angelo,e si diverte a fare sesso con tre donne,la prima e la seconda,non soddisfatto seduce la cognata, la quale gli darà,anche lei dei figli,questo adulterio è vietato dalla legge di Mosè.Un Gesù,che vuole per sé la vita peccaminosa molto lontana dagli insegnamenti evangelici. Il romanzo si conclude con questa verità,è stato il pazzo Paolo a inventarsi il cristianesimo,che Gesù è risorto e il resto,Gesù nella visione si scaglia per questo contro Paolo,lo chiama bugiardo. Scorsese,ha fatto il film copiando tutto il romanzo. Scorsese ha sbagliato,chissà sé il vero Gesù lo perdonerà.




http://www.mymovies.it/pubblico/articolo/?id=196688



IL GESU' DI SCHMITT

Nell’orto del Getsemani, in attesa che i soldati vengano ad arrestarlo e consegnarlo al tribunale che lo condurrà alla crocifissione, Jeshua ripensa la sua vita. «Avrei potuto essere altrove, questa sera. Avrei potuto spassarmela in una locanda, mescolato ai pellegrini della mia terra [...]. Ecco dove mi ha condotto questo mio sogno: aspettare in questo giardino una morte che mi fa paura» (p. 9 s). Quale sogno? Il sogno che la sua risurrezione dalla morte avrebbe confermato il convincimento delle folle: essere lui il messia. Ha accettato la scommessa di Jehuda: «Il terzo giorno ritornerai», ed eccolo ora, in preda alla paura e al dubbio, in attesa che il suo destino si compia.

Quando suo padre è morto, «di colpo, sotto il sole di mezzogiorno», ne ha preso il posto di carpentiere per mantenere fratelli e sorelle. Carpentiere mediocre, ma giovane ricercato per saggezza e per capacità di amare. Pensa di non essere fatto per il matrimonio, ma quando incontra Rebecca, splendida per bellezza e qualità femminili, decide di sposarla. Invita la giovane in una locanda sul lago, le offre in dono una spilla di oro, mangiano e bevono, quando un vecchio e un bambino chiedono la carità. Lei si lascia sfuggire una esclamazione rabbiosa, e l’oste scaccia i mendicanti a colpi di strofinaccio. Il giorno seguente Jeshua rompe il fidanzamento. Ha scoperto «il terribile egoismo che si annida nella felicità»; e lui non è fatto per la felicità che «ci lascia in disparte, fa chiudere le porte, serrare le imposte, dimenticare gli altri, erigere muraglie invalicabili; la felicità presuppone il rifiuto di vedere il mondo così com’è» (p. 24).

Sfidando le ire dei familiari e la disapprovazione della madre, Joushua intende vivere per gli altri, amarli, operare per la giustizia, condividere la sofferenza. Diventa, senza volerlo, un consolatore degli afflitti e un consigliere dei dubbiosi, tanto da attirarsi lo sdegno del rabbino: «Ma chi sei tu per pensare di poter parlare delle Scritture? Chi sei per poter dare dei consigli agli altri? [...] A Gerusalemme saresti già morto, lapidato» (p. 24). Che cosa fare? Dietro consiglio di sua madre, si reca dal cugino Giovanni. Lo osserva, lo ascolta; magro, irsuto, ruvido; pratica un battesimo per la remissione dei peccati. Quando Jeshua gli si presenta per essere battezzato, egli lo fissa, poi si mette a gridare: «Ecco l’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo» (p. 35). E aggiunge: «Sono io ad aver bisogno di essere purificato da te! Sono io che ti chiamo con tutte le mie forze e tu che vieni a me! Io ti amo!». Gesù sviene. Alcune donne raccontarono che dal cielo era scesa una colomba e si era posata sulla sua fronte.

L’interrogativo sulla sua identità si fa presente. Su di lui circolano giudizi discordi: il Messia? un guru? un illuso? «Da trent’anni tutti avevano un’opinione sul mio destino; io no». Per sfuggire alle tante dicerie, si rifugia nel deserto, e qui fa un’esperienza sconvolgente. «Precipitavo dentro me stesso [...]. Poi ebbi la sensazione di rallentare. Stavo cambiando consistenza [...]. E, lentamente, si consumò la trasformazione. Ero io e non ero io [...]. Approdai in un oceano di luce [...]. Ero disceso nella fucina della vita, nel centro, nel focolare, là dove tutto si fonde, si fonda e si decide. Dentro di me non trovavo il mio “io”, ma più che me stesso, molto più che il mio io: un mare di lava in fusione, un infinito mobile e cangiante dove non percepivo alcuna parola, alcuna voce, alcun discorso, ma dove provavo una sensazione nuova, terribile, gigantesca, unica, inesauribile: il senso che tutto fosse giustificato» (p. 38).

In questo mare Jeshua non trova se stesso, trova Dio. Meglio, dentro di sé c’è qualcosa di più che se stesso, «un tutto che non è me e che tuttavia non mi è estraneo», lo oltrepassa, lo organizza; «un tutto sconosciuto da cui si diparte ogni conoscenza, un tutto incomprensibile che rende possibile ogni comprensione, un’unità da cui derivo, un Padre di cui sono il Figlio» (p. 39). Figlio di Dio o vittima di una tentazione? Lui, un falegname, figlio di Dio? Realtà divina o illusione diabolica? Nessuna risposta. Allora fa una scommessa: «La scommessa di credere che le mie cadute, le mie gravi meditazioni, mi conducessero a Dio e non a Satana. Ho fatto la scommessa di credere che avevo qualcosa di buono da fare. Ho fatto la scommessa di credere in me stesso» (p. 40).

Seguono giorni esaltanti. Seguìto prima da Andrea e Simone, poi da altri discepoli, percorre la Galilea predicando quanto Dio gli rivela e riversando la sua attenzione e il suo amore su poveri, miseri, afflitti, donne. Quando si trova di fronte a un quesito, si apparta dietro un albero o una roccia e si cala «nel suo pozzo», cioè «nel fondo di me stesso per incontrare mio Padre e riemergere con un’inesauribile dose d’amore» (p. 49). Non mancano incomprensioni e difficoltà. I suoi familiari lo rifiutano, anzi lo odiano; sua madre, piangendo, gli prospetta il traguardo della follia; il clero è indignato per i suoi insegnamenti e il suo agire contro la Legge.

La situazione si aggrava quando si verificano alcuni miracoli. Miracoli? O non piuttosto energia che si sprigiona dalla capacità di amare? Oppure eventi spiegabili naturalmente? Un dubbio lo assale: che i suoi discepoli, travolti dalla passione, esagerino e parlino di prodigi. «Non sono forse stati loro a riempire gli otri di vino? [...] Ad avermi attribuito il felice arrivo di un branco di pesci nel lago di Tiberiade?» (p. 49). Esaltati, in buona fede. Anche l’episodio del figlio di Rebecca (la vedova di Nain), da lui richiamato alla vita, può avere una spiegazione naturale (4). A Jehuda che afferma il miracolo, così replica: «Sai bene anche tu come sia difficile riconoscere la morte. Quante persone vengono sotterrate vive? Il bambino forse era soltanto addormentato» (p. 57 s). Insomma, lui non ha il potere di compiere miracoli. È il Padre, è la fede a compierli.

Jehuda è di parere diverso: la risurrezione del bambino è la prova che Jeshua è l’Eletto. Gli si prostra a terra e piange, abbracciato ai suoi piedi. Per non deluderlo Jeshua riformula la scommessa: «Jehuda, io non so chi sono. So soltanto che sono abitato da qualcuno che è più grande di me. So anche, in virtù di quell’amore che egli mi manifesta, che Dio da me si aspetta molto. Allora, Jehuda, ascolta bene quello che ti dico. Faccio una scommessa. Scommetto, dal più profondo del mio cuore, di essere colui, sì, colui che tutto Israele attende. Faccio la scommessa di essere veramente il Figlio» (p. 58).

Tra i suoi discepoli il prediletto è Jehuda. Istruito e conoscitore delle Scritture, vuole convincerlo di essere il Figlio di Dio, il Messia. I sacri testi sono chiari: «Tu devi tornare a Gerusalemme, Jeshua. Il Cristo conoscerà la sua apoteosi a Gerusalemme, i testi sono espliciti. Dovrai essere umiliato, torturato, ucciso prima di rinascere. Sarà un momento difficile» (p. 64). Illuminato dalla sua fede, Jehuda parla della morte del Messia «con la calma della speranza»: «Tu morirai per qualche giorno, Jeshua, tre giorni, poi risorgerai». La forza persuasiva del discepolo amato ha il sopravvento sulla paura del maestro. Jeshua accetta di morire, e prega Jehuda di aiutarlo: accetti di essere considerato un traditore, lo consegni ai soldati e alla croce. E Jehuda? Andrà a morire anche lui: «Se tu vai a farti crocifiggere, perché io non posso andare ad impiccarmi?» (p. 75). Tutto si compie secondo quanto previsto. Il gesto di Jeshua è chiaro. Accetta di morire perché il suo dubbio si risolva. Se dopo tre giorni risorgerà, è davvero il Messia, altrimenti sarà ritenuto un illuso. Risorgerà? La seconda parte del romanzo ci dà una risposta.

Il Gesù descritto da Schmitt ci lascia perplessi. Un romanziere può, sì, lavorare di fantasia, può interpretare e amplificare la storia per una sua migliore comprensione, ma non può contraddirla, come avviene nel suo romanzo. In tre punti, particolarmente importanti, la manipolazione storica risulta grave. Gesù non ha mai dubitato della sua identità di Figlio di Dio e di Messia; non ha mai negato il suo potere di compiere miracoli né si è mai dichiarato peccatore; si è volontariamente consegnato alla morte in croce per la redenzione dell’uomo, non per conoscere la propria identità. Come si fa poi a pensare che sua madre lo esorti a «diventare più serio» considerandolo un donnaiolo (p. 20) a motivo della sua riluttanza a prender moglie? «Tu sei la mia disperazione» (p. 46) gli dice piangendo e lo considera un pazzo («Tu stai diventando pazzo»), perché afferma di amare tutti, non solo i familiari. Soltanto negli ultimi tempi Gesù riuscirà a convincerla della bontà delle sue scelte (5).

Un punto ripetuto nel romanzo riguarda le discese di Gesù «dentro il pozzo d’amore». Schmitt violenta la sua fantasia per descrivere questo pozzo nel quale Gesù s’immerge per incontrare il Padre, scoprire i segreti «che Dio aveva depositato in fondo alle sue meditazioni». Che cos’è questo «calarsi nel fondo di se stesso»? Si vuol dire che Gesù vive in comunione col Padre? In comunione di natura? Oppure che il Padre lo gratifica di una singolare intimità? Difficile dire. Comunque sia, l’Autore qui ci lascia sulla soglia del mistero nel quale si muove il suo Jeshua: questo Jeshua dal cuore grande, che accoglie i poveri e gli infelici, che redime la sofferenza, che salva l’adultera, che non vuole vivere per se stesso, ma per gli altri.



http://www.laciviltacattolica.it/Quaderni/2008/3800/Articolo%20Castelli.html



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Qual'è la cosa che abbiamo maggiormente di bisogno?

Qual'è la cosa che abbiamo maggiormente di bisogno?

E' il perdono dei peccati e la pace con Dio.



I peccati che noi abbiamo commesso sono il nostro debito davanti a Dio e, come qualsiasi altro debito, per essere annullato deve essere pagato. In questo caso, l'annullamento del debito è il perdono di Dio e senza un valido pagamento Dio non può perdonare.



Diversamente di come qualcuno crede, Dio non ignora il peccato, non chiude un occhio nei confronti dei peccatori; non può chiamare bianco ciò che è nero. Sarebbe una menzogna, un tradimento ed un inganno. Il Dio santo e giusto può perdonare i peccati solo se ha in mano la prova dell'avvenuto riscatto. Per questo nella Bibbia è scritto a lettere di fuoco:" Senza spargimento di sangue non c'è il perdono dei peccati".



Pertanto possiamo annunciare con gioia e certezza che Gesù Cristo il Figlio di Dio, con lo spargimento del suo sangue, ci offre il pagamento per il riscatto dei nostri peccati.

Poiché Cristo ha pagato la nostra colpa, Egli è l'unico che ha il potere di perdonare i peccati. Gesù Cristo, come l'Agnello di Dio, ha cancellato i nostri peccati ed essi sono scomparsi.

La Bibbia dice di Lui:" Ecco l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo!". Quale carico, il peccato del mondo! Non solo quello di una famiglia o di un popolo, ma i peccati di tutti gli uomini di tutti i tempi! Egli li ha portati su di se, li ha cancellati e li ha allontanati da noi in modo tale che i peccati sono completamente scomparsi.



Quando Dio perdona i peccati significa che li fa scomparire per sempre. La Bibbia dice:" Come è lontano l'oriente dall'occidente, così ha Dio allontanato da noi le nostre colpe". Ed ancora:" Io ho fatto sparire le tue trasgressioni come una densa nube e i tuoi peccati come una nuvola.

Per Dio perdonare e dimenticare sono una cosa sola. Il debito è saldato tramite il sangue di Cristo.

Anche tu puoi prendere in dono il perdono di tutti i tuoi peccati. Si tratta di una cosa molto personale. In Cristo Gesù, tu puoi trovare il garante che, col suo sangue e la sua vita santa e pura, si presenta al cospetto di Dio per te. Perciò Gesù ha il diritto di poterti dire, oggi:" I tuoi peccati ti sono perdonati!".



Questo è davvero il dono più grande e prezioso: il perdono dei peccati. Adesso siamo liberi. Liberi dall'accusa, dalla cattiva coscienza, dal peccato e liberi dalla paura dell'ira di Dio. Il sangue di Gesù Cristo per il perdono dei peccati, qui sulla terra, è divenuto la nostra più grande consolazione e la nostra unica speranza in tutta l'eternità.



Ma, se tu ora non vuoi credere in Cristo, se non vuoi percorrere la via della Salvezza, dove andrai a finire col tuo peccato? Non potrai nasconderti, non potrai scusarti davanti a Dio.

Dio non potrà dimenticare il tuo peccato; quando comparirai davanti al giudizio di Dio, il tuo peccato sarà con te.

Dio ha fatto tutto il possibile per condonare il nostro debito, chi rifiuta la Sua offerta, chi respinge la Sua mano tesa per aiuto, rimane colpevole, oltre che dei propri peccati, anche del peccato dei peccati: rifiutare la Grazia di Dio. L'ira di Dio rimane su di lui, e questo comporta essere soli, senza difese, senza giustificazione, essere perduti per l'eternità e la dannazione eterna. Questa è la verità descritta nella Bibbia.



Dobbiamo decidere ora quello che vogliamo fare. Tu che cosa vuoi fare?

Il Salvatore è stato crocifisso, è risorto e sta davanti a te, anche adesso che stai leggendo in queste righe, e ti offre questo prezioso dono, il perdono di tutti i tuoi peccati. Sei pronto ad accettare questo dono? Hai ringraziato Cristo perché ha portato sul suo corpo, alla croce, anche i tuoi peccati?

Se ancora non l'hai fatto, fallo ora. Accetta il Suo dono, prendi il perdono dei tuoi peccati ed in fede, consapevole che Lui ti sta ascoltando, digli:" Signore Gesù, ti accetto come mio personale Salvatore e ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per me. Accoglimi nel tuo amore".



Dio ti benedica.





http://www.incontraregesu.it/meditazioni/il%20dono.htm

Gesù Cristo è nato veramente il 25 Dicembre?

Gesù Cristo è nato veramente il 25 Dicembre?



E’ risaputo che Gesù non nacque il 25 dicembre. Questa data fu scelta dalla Chiesa in Occidente, perché era già una festività pagana. Il 25 dicembre ricorreva la festa romana Dies Natalis Invicti Solis del compleanno del sole “non conquistato dalle tenebre”, che al solstizio invernale iniziava a prolungare la luce del giorno. Prima del 336 d.C., non potendo estirpare questa festività pagana, la Chiesa in Roma la spiritualizzò come festa della natività “del Sole di giustizia sorto a Betlemme”. Ma allora quando nacque Gesù? Che indicazioni di dà la Scrittura?

Elisabetta rimane incinta quando il marito Zaccaria, levita del turno di Abija serviva al Tempio (Lc.1:5-25). C’erano 24 famiglie di Leviti che servivano a turno nel Tempio, due ogni mese: Abija era nell’ottavo turno (1Cron.24:10).

L’anno religioso Ebraico inizia il primo giorno del mese di Nisan (Marzo-Aprile) (Es.12:2-6), “il primo dei mesi”, il mese della Pesah, la Pasqua (il 15° giorno). Quindi il turno di Zaccaria discendente della famiglia di Abija era nel mese di Tammuz (Giugno-Luglio). (L’anno civile Ebraico inizia il primo giorno di Tishri (Settembre-Ottobre), con la festa di Rosh Hashanah - Capodanno).

Maria andò a fare visita ad Elisabetta sua parente incinta di sei mesi, mentre lei rimase incinta in quei giorni (Lc.1:26-45), cioè tra la fine del mese di Kislev (Dicembre) e l’inizio del mese di Tevet (Dicembre-Gennaio).

Giovanni il battista, cugino di Gesù, nacque nel mese di Nisan (Marzo-Aprile) mentre Gesù, molto probabilmente, nacque sei mesi dopo nel mese di Tishri (Settembre-Ottobre). Poiché Dio non ha stabilito le Feste Ebraiche a caso, ma le ha collegate ad uno specifico evento significativo per la salvezza dell’umanità (la Pasqua = morte e risurrezione di Gesù; la Pentecoste = discesa dello Spirito Santo) è molto probabile che Gesù, essendo nato nel mese di Settembre, sia nato durante la Festa dei Tabernacoli, magari nel settimo e più importante giorno della Festa, chiamato “Hoshana Raba” o “il Grande Osanna” (Sal.118:25).

Sia nella Bibbia che negli scritti rabbinici la Festa dei Tabernacoli simboleggia i giorni del Messia: “Quel giorno io rialzerò la capanna (tabernacolo, tenda) di Davide che è caduta” (Am.9:11), vuol dire che la linea regale di Davide sarà ristabilita, che il Messia siederà sul trono di Davide e governerà la Terra con una verga di ferro. “E la Parola (Gesù Cristo) è divenuta carne e ha abitato (letteralmente dal greco: “ha abitato come in un tabernacolo” o “ha tabernacolato” o “ha abitato in un rifugio temporaneo”) per un tempo fra di noi” (Gv.1:14); “Egli (Gesù) è lo splendore della sua (di Dio) gloria” (Eb.1:3). Nella carne di Gesù la gloria di Dio ha “tabernacolato “ tra di noi.

Gesù fu concepito in Dicembre ma nacque in Settembre. La Parola è diventata carne al momento del suo concepimento non alla sua nascita. La Chiesa celebra la cosa sbagliata nel momento giusto. Il 25 Dicembre si festeggia la nascita di Gesù nel tempo in cui invece si dovrebbe festeggiare il suo concepimento (la Parola che diventa carne).

Da uno studio di Corrado Maggia

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Gesù è nato veramente da una donna vergine?

Gesù è nato veramente da una donna vergine?
La nascita verginale di Gesù Cristo è un avvenimento che ha lasciato perplesse molte persone. La Bibbia afferma che Dio aveva deciso che Suo Figlio sarebbe entrato nel mondo in modo miracoloso. Settecento anni prima della nascita di Cristo, il profeta Isaia scriveva: «Perciò, il Signore stesso vi darà un segno: Ecco la Vergine concepirà, e partorirà un Figliuolo; e tu chiamerai il suo nome Emanuele» (Isaia 7:14 versione Diodati e CEI).
L'adempimento della profezia di Isaia è riportato nel Nuovo Testamento: «Quando Elisabetta fu al sesto mese, Dio mandò l'angelo Gabriele a Nazareth, un villaggio della Galilea, a Maria, una vergine fidanzata con un certo Giuseppe, discendente del re Davide.
«Non temere Maria!» le disse l'angelo, «perché tu hai trovato il favore di Dio! Fra poco sarai incinta e avrai un figlio maschio; lo chiamerai Gesù.» Maria allora chiese all'angelo: «Ma come posso avere un bambino? Sono vergine!» L'angelo rispose: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la forza di Dio ti coprirà con la sua ombra, perciò il bambino che nascerà sarà chiamato: Figlio di Dio, perché nulla è impossibile a Dio!» (Luca 1:26-37).



La nascita verginale è riferita dalla Bibbia come fatto storico. Gli autori che riportano il racconto sono Matteo, testimone oculare dei fatti relativi alla vita di Gesù, ed il medico Luca, che presenta alcuni aspetti della vita di Cristo dal punto di vista di Maria, Sua madre.
Sia in Matteo che in Luca i brani sono autentici. Non esiste assolutamente alcuna prova che siano stati aggiunti in momenti successivi: infatti, la dottrina secondo cui Gesù nacque da una vergine è stata creduta dalla Chiesa sin dalla sua origine. Ignazio, vissuto all'inizio del secondo secolo, scriveva agli Efesini: «...poiché il nostro Dio, Gesù Cristo, fu concepito nel grembo di Maria, secondo il decreto divino, dal seme di Davide, ma anche dello Spirito Santo.»
Vi sono diverse ragioni per cui era necessario che Gesù nascesse da una vergine. La Bibbia insegna che la Parola che si è fatta carne era con Dio sin dal principio (Giovanni 1:1). Il fatto che Cristo esistesse già prima della Sua incarnazione è attestato più volte nel Nuovo Testamento (Giovanni 8:58, Filippesi 2:5-11, Colossesi 1:15-16).



Quando Gesù venne al mondo, la sua vita non era appena agli inizi, così come le nostre, ma era quella dell'eterno Figliuolo di Dio. Venire al mondo dalla vergine Maria attesta un intervento divino ed è proprio quello che i Vangeli riportano e dimostrano. Un'altra delle ragioni per cui era necessario che Gesù nascesse da una vergine è data dalla Sua natura priva di peccato. Uno degli insegnamenti fondamentali del Nuovo Testamento è che Gesù, dal momento della nascita a quello della morte, non peccò mai. Per essere un sacrificio perfetto, Egli stesso doveva essere perfetto, senza peccato. Per non essere già contaminato dal peccato al momento della nascita, era necessaria una miracolosa entrata nel mondo.
Molti trovano difficile credere che Gesù nacque da una vergine, proprio perché si tratta di un miracolo. La Scrittura, infatti, non lo tratta come un avvenimento ordinario, ma come un atto sovrannaturale di Dio. Il miracolo della nascita da una vergine non dovrebbe porre problemi a chi accetta gli altri miracoli riportati nella Bibbia. I Vangeli illustrano chiaramente che Maria e Giuseppe non ebbero rapporti matrimoniali prima della nascita di Gesù: «...e non ebbe con lei rapporti matrimoniali, finché non ebbe partorito il figlio che Giuseppe chiamò Gesù.» (Matteo 1:25).
La nascita di Cristo da una vergine non è semplicemente un fatto storico, ma anche un indispensabile atto divino per la salvezza dell'umanità.






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COME GESU' INIZIO LA SUA MISSIONE TERRENA

STUDIO BIBLICO

COME GESU' INIZIO LA SUA MISSIONE TERRENA

Analisi di Giuliano Lattes e Martino Gerber

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V.Matteo: 3,13-17
3,13In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne fino al fiume Giordano e si avvicinò a Giovanni per farsi battezzare da lui.
14Ma Giovanni non voleva e cercava di convincerlo dicendo: - Sono io che avrei bisogno di essere battezzato da te; e tu invece vieni da me?
15Ma Gesù rispose:
- Lascia fare, per ora. Perché è bene che noi facciamo così la volontà di Dio sino in fondo.
Allora Giovanni accettò.
16Appena battezzato, Gesù usci dall'acqua. All'improvviso il cielo si aprì, ed egli vide lo Spirito di Dio il quale,
come una colomba, scendeva su di lui. 17E dal cielo venne una voce: "Questo è il Figlio mio, che io amo. Io l'ho mandato".

V.Giovanni: 1, 29-50

1,29Il giorno dopo, Giovanni vede Gesù venire verso di lui, e dice: "Ecco l'Agnello di Dio che prende su di sé il peccato del mondo.
30parlavo di lui quando dicevo: dopo di me viene uno che è più grande di me, perché esisteva già prima di me.
31Anch'io non lo conoscevo, tuttavia Dio mi ha mandato a battezzare con acqua, per farlo conoscere al popolo d'Israele".
32Poi Giovanni portò questa testimonianza: "Ho visto lo Spirito di Dio scendere come colomba dal cielo, e rimanere sopra di lui.
33Anch'io non lo conoscevo quando Dio mi mandò a battezzare con acqua, ma Dio mi disse:
"Vedrai lo Spirito scendere e fermarsi su un uomo - è lui che battezzerà con Spirito Santo".
34Ebbene, io l'ho visto accadere, e posso testimoniare che Gesù è il Figlio di Dio".
35Il giorno seguente Giovanni era di nuovo là con due dei suoi discepoli. 36passò Gesù. Giovanni lo guardò e disse: "Ecco l'Agnello di Dio".
37I due discepoli lo udirono parlare così e si misero a seguire Gesù.
38Gesù si voltò e vide che lo seguivano. Allora disse:
- Che cosa volete?
Essi gli dissero:
- Dove abiti, rabbì? (rabbì vuol dire: maestro).
39Gesù rispose:
- Venite e vedrete.
Quei due andarono, videro dove Gesù abitava e rimasero con lui il resto della giornata. Erano circa le quattro del pomeriggio.
40Uno dei due che udirono Giovanni e andarono con Gesù si chiamava Andrea.
Era il fratello di Simon Pietro. 41La prima persona che Andrea incontrò fu appunto suo fratello Simone. Gli dice:
- "Abbiamo trovato il Messia" (Messia o Cristo vuol dire: Salvatore inviato da Dio).
42Andrea accompagnò Simone da Gesù. Appena Gesù lo vide gli disse:
- "Tu sei Simone, il figlio di Giovanni. Ora il tuo nome sarà Cefa (in ebraico "Cefa" è lo stesso che "Pietro", e vuol dire: Pietra).
43Il giorno dopo, Gesù decise di andare in Galilea. Incontrò Filippo e gli disse: "Vieni con me".
44Filippo, Andrea e Pietro erano tutti e tre della città di Betsàida.
45Filippo trovò Natanaèle e gli disse:
- Il Messia promesso nella Bibbia da Mosè e dai profeti, l'abbiamo trovato: è Gesù di Nàzaret, il figlio di Giuseppe.
46Natanaèle disse a Filippo:
- Di Nàzaret? Da quel paese non può venire nulla di buono.
Rispose Filippo:
- Vieni e vedrai.
47Gesù vide venire Natanaèle e disse:
- Questo è un vero israelita, un uomo senza inganno.
48Natanaèle disse a Gesù:
- Come fai a conoscermi?
Gesù gli rispose:
- Io ti ho visto prima che Filippo ti chiamasse, quando eri sotto l'albero di fico.
49Natanaèle esclamò:
- Maestro, tu sei il Figlio di Dio! Tu sei il re d'Israele!
50Gesù replicò:
- Io ho detto che ti ho visto sotto il fico e per questo tu credi in me? Vedrai cose ben più grandi!
51Disse ancora Gesù:
- Io vi assicuro che vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere verso il Figlio dell'uomo.

V.Marco: 1, 14-15
1,14Poi Giovanni il Battezzatore fu arrestato e messo in prigione. Allora Gesù andò nella regione della Galilea
e cominciò a proclamare il Vangelo, il lieto messaggio di Dio. 15Egli diceva: "Il tempo della salvezza è venuto:
il regno di Dio è vicino. Cambiate vita e credete in questo lieto messaggio!".

V.LUCA : 4,14-30
4,14 Gesù ritornò in Galilea e la potenza dello Spirito Santo era con lui. In tutta quella regione si parlava di lui.
15Egli insegnava nelle sinagoghe degli Ebrei, e tutti lo lodavano. 16Poi Gesù andò a Nàzaret,
il villaggio nel quale era cresciuto. Era sabato, il giorno del riposo. Come al solito Gesù entrò nella sinagoga e si alzò per fare la lettura della Bibbia.
17Gli diedero il libro del profeta Isaia ed egli, aprendolo, trovò questa profezia:
18Il Signore ha mandato
il suo Spirito su di me.
Egli mi ha scelto
per portare il lieto messaggio ai poveri.
Mi ha mandato per proclamare
la liberazione ai prigionieri
e il dono della vista ai ciechi,
per liberare gli oppressi,
19per annunziare il tempo
nel quale il Signore sarà favorevole.
20Quando ebbe finito di leggere, Gesù chiuse il libro, lo restituì all'inserviente e si sedette.
La gente che era nella sinagoga teneva gli occhi fissi su Gesù. 21Allora egli cominciò a dire:
"Oggi per voi che mi ascoltate si realizza questa profezia". 22La gente, sorpresa per le cose meravigliose che diceva,
gli dava ragione ma si chiedeva: "Non è lui il figlio di Giuseppe?". 23Allora Gesù aggiunse:
"Sono sicuro che voi mi ricorderete il famoso proverbio: "Medico, cura te stesso" e mi direte:
"Fa' anche qui, nel tuo villaggio, quelle cose che, a quanto si sente dire, hai fatto a Cafàrnao".
24Ma io vi dico: nessun profeta ha fortuna in patria. 25Anzi, vi voglio dire un'altra cosa:
al tempo del profeta Elia vi erano molte vedove in Israele, quando per tre anni e mezzo non cadde
neppure una goccia di pioggia e ci fu una grande carestia in tutta quella regione;
26eppure Dio non ha mandato il profeta Elia a nessuna di loro, ma soltanto a una povera vedova straniera che viveva a Sarepta,
nella regione di Sidone. 27Così pure ai tempi del profeta Eliseo, vi erano molti lebbrosi in Israele;
eppure Dio non ha guarito nessuno di loro, ma soltanto Naaman, uno straniero della Siria".
28Sentendo queste cose i presenti nella sinagoga si adirarono 29e, alzatisi, spinsero Gesù fuori del villaggio.
Lo trascinarono fino in cima al monte di Nàzaret per farlo precipitare giù. 30Ma Gesù passò in mezzo a loro e se ne andò.

V.Matteo: 4,13-16

4,13Non rimase a Nàzaret, ma andò ad abitare nella città di Cafàrnao, sulla riva del lago di Galilea, nei territori di Zàbulon e di Néftali.
14Così si realizzò quel che Dio aveva detto per mezzo del profeta Isaia:
15Terra di Zàbulon e terra di Néftali,
strada che va dal mare al Giordano,
Galilea abitata da gente pagana:
16il popolo che vive nelle tenebre
vedrà una grande luce.
Per chi abita il buio paese della morte
è venuta una luce.

Citazioni Bibbia Tilc

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GESU' GIUDICE SUPREMO NEL VANGELO DI SAN MATTEO

STUDIO BIBLICO
Analisi di Giuliano Lattes e Martino Gerber

GESU' GIUDICE SUPREMO NEL VANGELO DI SAN MATTEO


GESU' PUNIRA' I PECCATORI

V.Matteo: 13, 40-43
10,40"Come l'erba cattiva è raccolta e bruciata nel fuoco, così si farà alla fine del mondo. 41Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli,
ed essi porteranno via dal suo regno tutti quelli che sono di ostacolo agli altri e quelli che fanno il male.
42Li getteranno nel grande forno di fuoco. Là piangeranno come disperati. 43Invece, quelli che fanno la volontà di Dio,
quel giorno saranno splendenti come il sole nel regno di Dio Padre. Chi ha orecchi, cerchi di capire".

V.Matteo: 16, 27
16,27"Il Figlio dell'uomo ritornerà glorioso come Dio suo Padre, insieme con i suoi angeli.
Allora egli darà a ciascuno la ricompensa in base a quel che ciascuno avrà fatto.


GESU' AVVERTE I FALSI CRISTIANI

V.Matteo: 7, 21-23
7,21"Non tutti quelli che dicono: "Signore, Signore!" entreranno nel regno di Dio.
Vi entreranno soltanto quelli che fanno la volontà del Padre mio che è in cielo.
22Quando verrà il giorno del giudizio, molti mi diranno: "Signore, Signore!
Tu sai che noi abbiamo parlato a tuo nome, e invocando il tuo nome abbiamo
scacciato demòni e abbiamo fatto molti miracoli".
23"Ma allora io dirò: Non vi ho mai conosciuti. Andate via da me, gente malvagia!".


IL GIORNO DEL GIUDIZIO

V.Matteo: 24,30-31

24,30"Allora si vedrà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo; allora tutti i popoli della terra piangeranno,
e gli uomini vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e splendore.
31"Al suono della grande tromba egli manderà i suoi angeli in ogni direzione. Da un confine all'altro
del cielo essi raduneranno tutti gli uomini che si è scelti.


V.Matteo: 25, 31-33
25,31"Quando il Figlio dell'uomo verrà nel suo splendore, insieme con gli angeli,
si siederà sul suo trono glorioso. 32Tutti i popoli della terra saranno riuniti di fronte a lui
ed egli li separerà in due gruppi, come fa il pastore quando separa le pecore dalle capre:
33metterà i giusti da una parte e i malvagi dall'altra.

Citazioni Bibbia Tilc
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GESU' GIUDICE SUPREMO NEL VANGELO DI SAN GIOVANNI

STUDIO BIBLICO
Analisi di Giuliano Lattes e Martino Gerber studiosi biblisti

GESU' GIUDICE SUPREMO NEL VANGELO DI SAN GIOVANNI

VANGELO SECONDO GIOVANNI: 5, 19-30
5,19Così Gesù replicò a quelli che lo criticavano: "Io vi assicuro che il Figlio non può far nulla da sé, ma solo ciò che vede fare dal Padre. Quello che fa il Padre, anche il Figlio lo fa ugualmente. 20Il Padre infatti ama il Figlio e gli fa vedere tutto ciò che fa. Anzi, gli farà vedere anche opere più grandi di queste, e resterete meravigliati.
21"Come il Padre fa risorgere i morti e dà loro la vita, così pure il Figlio dà vita a chi vuole. 22Il Padre non giudica nessuno perché ha affidato al Figlio tutto il potere di giudicare. 23Così, tutti onoreranno il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio non onora neppure il Padre che l'ha mandato.
24"Io vi dichiaro: chi ascolta la mia parola e crede nel Padre che mi ha mandato ha la vita eterna. Non sarà più condannato. È già passato dalla morte alla vita.
25"Io vi dico una cosa: viene un'ora anzi e già venuta, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e chi lo sente vivrà. 26Infatti, Dio è la fonte della vita, e ha dato anche al Figlio di essere la fonte della vita. 27Gli ha dato anche il potere di giudicare, perché è il Figlio dell'uomo.
28"Non vi meravigliate: viene un'ora in cui tutti i morti, nelle tombe, udranno la sua voce 29e verranno fuori. Quelli che hanno fatto il bene risorgeranno per vivere; quelli che hanno fatto il male risorgeranno per essere condannati.
30"Io non posso far nulla da me. Giudico come Dio mi suggerisce, e il mio giudizio è giusto perché non cerco di fare come voglio io, ma come vuole il Padre che mi ha mandato.

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VANGELO SECONDO GIOVANNI: 12, 44-50
12,44Allora Gesù esclamò: "Chi crede in me, in realtà crede nel Padre che mi ha mandato; 45chi vede me, vede il Padre che mi ha mandato.
46"Io sono venuto nel mondo come luce, perché chi crede in me non rimanga nelle tenebre. 47Chi ascolta le mie parole e non le mette in pratica, io non lo condanno. Infatti non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvarlo. 48Chi mi respinge e rifiuta le mie parole ha già un giudice: a condannarlo, nell'ultimo giorno, sarà proprio la parola che io ho annunziato.
49"Io non parlo di mia iniziativa: il Padre che mi ha mandato, mi ha comandato quello che devo dire. 50Io so che l'incarico che ho ricevuto porta la vita eterna. Tutto quello che dico, lo dico come il Padre l'ha detto a me".

http://www.bibbiaedu.it/pls/bibbiaol/GestBibbia_int2.Ricerca?Libro=Giovanni&Capitolo=12


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Il valore storico dei vangeli

LA STORICITÀ DI GESÙ

Il valore storico dei vangeli


Le fonti
I LIBRI CANONICI DEL NUOVO TESTAMENTO – La fonte principale della nostra conoscenza sul Gesù storico è anche il problema principale: i quattro vangeli canonici che i cristiani considerano parte del Nuovo Testamento. Essi mirano prima di tutto a proclamare e a rafforzare la fede in Gesù come Figlio di Dio, Signore e Messia. Non intendono né pretendono dare qualcosa di simile a una narrazione completa, e neanche sommaria, della vita di Gesù. da qui l'impossibilità di stendere una "biografia" di Gesù in senso moderno.

Il termine "vangelo" viene dal greco euanghelion (latino: evangelium) e significa "buona notizia", "lieto messaggio". Questo messaggio – trasmesso oralmente – ha come suo contenuto essenziale la persona di Gesù, il suo insegnamento, la sua morte e risurrezione. Solo agli inizi del II secolo (dal 100 d.C.) si comincia a usare il termine "vangelo" per indicare quei testi che contengono il messaggio di Gesù, messo nel frattempo per iscritto. Così Giustino, verso il 150 d.C., ricorda che nelle assemblee cristiane si leggevano le "memorie degli apostoli che si chiamano vangeli" (Apologia I, 66 [PG 6,429]). I vangeli canonici sono quattro piccoli libri, in parte somiglianti, in parte diversi, che però formano un unico Vangelo, quello che un padre della Chiesa del II secolo, Ireneo di Lione, nel suo libro Contro le eresie (3,11,8-9 [SC 34,203]), scritto nel 180 d.C., chiamava "l'Evangelo quadriforme". I primi tre si chiamano "sinottici" perché – essendo in buona parte concordanti – se sono disposti su tre colonne parallele si possono leggere insieme, con un solo colpo d'occhio, cioè in "sinossi" (da syn: con, insieme, e opsis: vista). Il quarto, invece, segue una propria tradizione.

COME SI PRESENTANO A NOI OGGI? – Quanto alla lingua, noi li possediamo solo in greco; quanto al testo, non abbiamo a disposizione gli originali, ma solo delle copie, che sono però antichissime: alcune frammentarie, come quelle dei papiri provenienti dall'Egitto (conservati grazie al clima secco), altre complete, come quelle dei codici in pergamena. I papiri sono molto antichi: uno – il p52 – risale addirittura alla prima metà del II secolo (circa 120-130 d.C.) e riporta un brano del vangelo di Giovanni. I codici che contengono i quattro vangeli – alcuni dei quali risalgono al IV secolo, come il Codice Vaticano (detto B) scritto verso il 350 d.C. – sono circa 270. La tradizione della Chiesa che risale ai primi tempi del cristianesimo parla di quattro autori: Matteo, Marco, Luca e Giovanni. In realtà, i vangeli si presentano senza il nome dei loro autori. Circa la data di composizione, l'opinione corrente degli studiosi contemporanei ritiene che Marco, usando diverse collezioni di tradizioni orali e forse scritte, compose il suo vangelo attorno al 70 d.C.; Matteo e Luca, lavorando indipendentemente, composero vangeli più lunghi tra il 70 e il 100 (più verosimilmente tra l'80 e il 90), combinando ed elaborando Marco, una collezione di detti di Gesù (che gli studiosi etichettano con la sigla Q) e tradizioni peculiari a Matteo e Luca (secondo la cosiddetta "ipotesi delle due fonti"). La composizione del vangelo di Giovanni è fissata tra il 90 e il 100.

Al di fuori dei quattro vangeli, il Nuovo Testamento offre pochissimo su Gesù. Spesso i testi sono scritti occasionali, che rispondono a precisi problemi e a concrete esigenze delle comunità cristiane, e non trattano direttamente della vita e dell'insegnamento di Gesù. Le poche notizie essenziali sulla sua figura (principalmente in Paolo) non sono contraddittorie rispetto ai vangeli. E possibile trovare qualche fonte indipendente di informazione sul Gesù storico al di fuori del Nuovo Testamento?

FLAVIO GIUSEPPE – Il primo e più importante "testimone" potenziale della vita e dell'attività di Gesù è un giudeo aristocratico, politico, opportunista e storico: Giuseppe ben Mattia (37/38 d.C. – poco dopo il 100), conosciuto come Flavio Giuseppe, nome assunto dai suoi protettori, gli imperatori della famiglia dei Flavi (Vespasiano e i suoi figli Tito e Domiziano). Scrisse due grandi opere – La guerra giudaica e le Antichità giudaiche – e in entrambe Gesù viene menzionato. Dal momento che il testo presente ne La guerra giudaica è un prodotto cristiano posteriore, anche gli altri due passi sono spuri?

"Essendo questo tipo di persona [cioè un sadduceo senza cuore], Anano, ritenendo di avere una favorevole opportunità, poiché Festo era morto e Albino era ancora in viaggio, convocò una riunione [lett.: sinedrio] di giudici e vi trascinò un uomo di nome Giacomo, fratello di Gesù, chiamato Messia, e altri con lui. Li accusò di aver trasgredito la legge e li consegnò perché fossero lapidati" (Antichità giudaiche 20,9,1 § 200).

"In quel tempo apparve Gesù, un uomo saggio, se pure si può chiamarlo uomo. Infatti, fu operatore di fatti sorprendenti, un maestro di persone che accoglievano la verità con piacere. E si guadagno un seguito tra molti giudei e tra molti di origine greca. Egli era il Messia. E quando Pilato, per un'accusa portata dai nostri capi, lo condannò alla croce, quelli che lo avevano amato precedentemente non smisero di farlo. Infatti, apparve loro il terzo giorno nuovamente vivo, proprio come i divini profeti avevano detto su di lui queste e innumerevoli altre cose prodigiose. E fino a oggi, la tribù dei cristiani, che da lui prende il nome, non è scomparsa" (Antichità giudaiche 18,3,3 § 63-64).

ALTRI SCRITTORI PAGANI E GIUDEI – Lo storico Tacito (56/57 – 118 circa) scrisse come ultima grande opera della sua vita gli Annali (la storia di Roma dal 14 al 68 d.C.). Sfortunatamente non abbiamo alcuni libri e proprio la trattazione dal 29 al 32 d.C. è andata perduta. Tuttavia il nome di Gesù è ricordato in riferimento a Nerone: "Allora, per ridurre al silenzio la voce pubblica, Nerone creò dei colpevoli e sottopose alle più raffinate torture quelli che la gente comune chiamava ‘cristiani', [un gruppo] odiato per i loro abominevoli crimini. Il loro nome viene da Cristo, il quale durante il Regno di Tiberio, era stato giustiziato dal procuratore Ponzio Pilato. Repressa per breve tempo, la rovinosa superstizione riprese di nuovo forza, non solo in Giudea, il paese in cui ebbe origine questo male, ma anche nella città di Roma, in cui converge da ogni parte del mondo ed è ferventemente coltivata ogni sorte di pratica orrenda e vergognosa" (Annali 15,44).

Spesso si citano anche Svetonio (Claudius 25,4), Plinio il Giovane (Lettera 10,96) e Luciano di Samosata (Della morte di Peregrino), ma in effetti questi riferiscono semplicemente qualcosa di ciò che i primi cristiani dicevano o facevano e non si può dire che forniscono una testimonianza indipendente su Gesù stesso, se non sulla sua esistenza. Anche nelle più antiche fonti rabbiniche non c'è un riferimento chiaro, e neppure probabile, a Gesù di Nazareth.

GLI 'AGRAPHA' E I VANGELI APOCRIFI – Anche gli agrapha (cioè i "detti" di Gesù, poi messi per iscritto) e i vangeli apocrifi non forniscono dati utili. Sono piuttosto documenti che presentano la reazione a scritti del Nuovo Testamento o la loro rielaborazione da parte di rabbini giudei impegnati nella polemica o da cristiani fantasiosi che rispecchiavano la pietà e le leggende popolari.


Criteri per determinare ciò che proviene da Gesù
Se i quattro vangeli canonici risultano essere gli unici ampi documenti contenenti significativi blocchi di materiale rilevante per una ricerca sul Gesù storico, dal momento che questi sono anche fonti difficili – perché intrisi della fede pasquale della chiesa delle origini, altamente selettivi e ordinati secondo diverse prospettive teologiche – è possibile elaborare criteri chiari per discernere cosa si può giudicare storico nei vangeli?

Criteri principali Criteri secondari (o dubbi)

1. Il criterio dell'imbarazzo
1. Il criterio degli indizi aramaici

2. Il criterio della discontinuità
2. Il criterio dell'ambiente palestinese

3. Il criterio della molteplice attestazione
3. Il criterio della vivacità della narrazione

4. Il criterio della coerenza
4. Il criterio delle tendenze di sviluppo della tradizione sinottica

5. Il criterio del rifiuto e dell'esecuzione
5. Il criterio della presunzione storica


Nella nostra ricerca sul Gesù storico dipendiamo, in gran parte, dai quattro vangeli canonici. Poiché questi vangeli sono permeati dalla fede pasquale della chiesa primitiva e furono scritti tra i quaranta e i settant’anni dopo gli avvenimenti narrati, ci chiediamo: come possiamo distinguere ciò che proviene da Gesù (primo stadio, approssimativamente 28-30 d.C.) da ciò che fu creato dalla tradizione orale della chiesa delle origini (secondo stadio, dal 30-70 d.C. circa) e da ciò che fu prodotto dal lavoro editoriale (redazione) degli evangelisti (terzo stadio, dal 70 al 100 d.C. circa)? Da notare che tali criteri, di norma, possono produrre giudizi che sono solo più o meno probabili; è raro che si possa avere la certezza. Di fatto si tratta di passare dal meramente possibile al realmente probabile. Possiamo distinguere cinque criteri “principali” e cinque criteri “secondari” (o “dubbi”).


I CRITERI PRINCIPALI

1. Il criterio dell’imbarazzo – Il “criterio dell’imbarazzo” (o “di contraddizione”) concentra l’attenzione su azioni e detti di Gesù che avrebbero prodotto imbarazzo o creato difficoltà alla chiesa primitiva. Esempio fondamentale è il battesimo di Gesù: Marco lo riporta in modo misterioso e laconico, senza spiegazione (Mc 1,4-11); Matteo introduce un dialogo con il Battista (Mt 3,13-17); Luca escogita la soluzione sorprendente di non raccontare il fatto, ma darlo per avvenuto (Lc 3,19-22) e Giovanni, in modo radicale, non lo narra affatto, pur lasciando la testimonianza del Padre e la discesa dello Spirito su Gesù (Gv 1,29-34). Altri casi simili: l’affermazione di Gesù di non conoscere il giorno e l’ora della fine (Mc 13,32). Come tutti i criteri che esaminiamo, anche il criterio dell’imbarazzo ha i suoi limiti e deve essere sempre utilizzato in combinazione con gli altri.

2. Il criterio della discontinuità – Strettamente collegato al primo, il “criterio della discontinuità” (o della “dissomiglianza”, di “originalità”, o di “doppia irriducibilità”) si concentra su parole o fatti di Gesù che non possono derivare né dal giudaismo del tempo di Gesù né dalla chiesa primitiva dopo di lui. Esempi spesso proposti sono la radicale proibizione di ogni giuramento (Mt 5,34.37, ma cfr. Gc 5,12), il rigetto del digiuno volontario per i suoi discepoli (Mc 2,18-22 e paralleli) e forse la totale proibizione del divorzio (Mc 10,2-12 e paralleli; Lc 16,18 e paralleli). Questo criterio è il più promettente e il più malagevole: non possediamo una completa conoscenza del giudaismo del tempo di Gesù e del cristianesimo subito dopo di lui! Inoltre, se Gesù fosse stato così discontinuo con la storia religiosa a lui immediatamente precedente o successiva, nessuno lo avrebbe capito!

3. Il criterio della molteplice attestazione – Il “criterio della molteplice attestazione” (o “sezione trasversale”) si concentra su quei fatti o detti di Gesù che sono attestati in più di una fonte letteraria indipendente (per esempio: Marco, Q, Paolo, Giovanni) e/o in più di una forma o genere letterario (per esempio: parabola, racconto di disputa, racconto di miracolo, aforisma, profezia). Una ragione, ad esempio, per cui gli studiosi affermano così facilmente che Gesù parlò del “regno di Dio” (o “regno dei cieli”) è che la frase si trova in Marco, in Q, nella tradizione speciale matteana, nella tradizione speciale lucana e in Giovanni, con echi in Paolo, nonostante il fatto che “regno di Dio” non sia un modo di esprimersi preferito da Paolo. Nello stesso tempo la frase si trova in molti generi letterari (parabola, beatitudine, preghiera, aforisma, racconto di miracolo).

4. Il criterio della coerenza – Il “criterio della coerenza” (o di “accordo” o “conformità”) può essere assunto solo dopo che una certa quantità di materiale storico è stata isolata con i precedenti criteri. Tale criterio sostiene che altri detti e fatti di Gesù che sono ben congruenti con i preliminari “dati fondamentali” stabiliti usando i primi tre criteri hanno una buona probabilità di essere storici.

5. Il criterio del rifiuto e dell’esecuzione – Il “criterio del rifiuto e dell’esecuzione di Gesù” è assai differente dai primi quattro. Non indica direttamente se un determinato detto o fatto di Gesù è autentico. Piuttosto orienta la nostra attenzione al fatto storico che Gesù subì una fine violenta per mano dei capi giudei e romani, interrogandosi su quali parole e fatti storici di Gesù possano spiegare il suo processo e la sua crocifissione come “re dei giudei”. Anche se non dobbiamo trasformare Gesù in un violento rivoluzionario o in un sobillatore politico, certo quest’uomo non è stato un semplice poeta che passava il suo tempo a raccontare storielle, o un mite esteta che invitava semplicemente la gente a guardare i gigli del campo: un tale Gesù non minaccerebbe nessuno. Il Gesù storico minacciò, disturbò e irritò la gente, dagli interpreti della legge, passando per l’aristocrazia sacerdotale di Gerusalemme, fino al prefetto romano che alla fine lo processò e lo crocifisse.


CRITERI SECONDARI (O DUBBI)

6. Il criterio degli indizi aramaici – Punta agli indizi di vocabolario, grammatica, sintassi, ritmo e rima aramaici nella versione greca dei detti di Gesù, come segnali di un detto autentico. In realtà vi sono alcuni problemi: 1) anche i primi cristiani erano in buon numero giudei palestinesi che parlavano aramaico; 2) un detto greco facilmente ritradotto in aramaico non per questo doveva essere scritto così in originale; molte forme considerate semitismi, in realtà possono riflettere il linguaggio della koiné greca, in uso presso lo strato meno colto della popolazione.

7. Il criterio dell’ambiente palestinese – Sono attendibili i detti di Gesù che riflettono abitudini concrete, credenze, procedure giudiziali, pratiche commerciali e agricole o condizioni sociali e politiche della Palestina del I secolo. Ma la Palestina abitata da cristiani giudei nel 33 d.C. non era affatto differente dalla Palestina abitata da Gesù nel 29 d.C. (Pilato rimase prefetto della Giudea fino al 36 d.C., Erode tetrarca della Galilea fino al 39 d.C. e Caifa sommo sacerdote fino al 36 o 37 d.C.; le altre condizioni religiose, sociali e commerciali, ovviamente, durarono molto più lungo.

8. Il criterio della vivacità della narrazione – Vivacità e dettagli concreti sono indicatori di un resoconto fatto da testimoni oculari. Tuttavia tale narrazione potrebbe portarci alla tradizione orale, ma non è detto che conduca necessariamente a Gesù stesso. Inoltre, davanti a narrazioni succinte occorre ritenerle autentiche.

9. Il criterio delle tendenze di sviluppo della tradizione sinottica – E’ un criterio molto discutibile, utilizzato dai critici della forma, come Rudolf Bultmann, che pensavano di poter isolare le leggi di sviluppo entro la tradizione sinottica (da Marco a Matteo a Luca). Ma tali leggi – ammesso che ci siano – sono applicabili anche alla tradizione orale e alle altre fonti?

10. Il criterio della presunzione storica – Tale criterio, altrettanto discutibile, porta nel pieno del dibattito su chi graviti l’ “onere della prova”: dalla parte del critico che nega la storicità o dalla parte del critico che la afferma? Chi pone l’accento sui decenni che separano gli avvenimenti originali e la stesura dei vangeli chiede a quanti pretendono di isolare un detto o un fatto originale di Gesù di portarne le prove. All’opposto, coloro che mettono l’accento sul fatto che i testimoni oculari del ministero di Gesù erano i capi della chiesa primitiva, fedele alla tradizione, concludono che l’onere della prova è a carico di coloro che vogliono screditare la credibilità storica dei vangeli.

Conclusione – L’uso di validi criteri più che una scienza è un’arte, che richiede sensibilità ai singoli casi più che una applicazione meccanica. E tale arte produce solo vari gradi di probabilità, non una assoluta certezza. Ma una certezza morale non è che un grado molto alto di probabilità!

http://holy.harmoniae.com/gesu_02_storicita.htm

Gesù in lotta col male

LA STORICITÀ DI GESÙ
Gesù in lotta col male


Guarigioni ed esorcismi
L'ATTESTAZIONE DEI VANGELI – Nella sua vita pubblica Gesù non ha operato solo guarigioni di persone affette dalle più diverse malattie; ha anche "scacciato demoni", cioè ha liberato persone possedute dal demonio. Si tratta di una attività che per Gesù è di estrema importanza. Talvolta essa è associata alla guarigioni dalle malattie (cfr. Lc 13,32), altre volte alla predicazione (cfr. Mc 1,39). Volendo descrivere la persona di Gesù al pagano Cornelio, Pietro dice che Gesù di Nazareth "passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui" (At 10,38).

MALATTIA E POSSESSIONE DEMONIACA – In realtà, nella maggior parte dei casi ricordati dai vangeli, i miracoli di guarigione compiuti da Gesù sono distinti dalle espulsioni dei demoni (vedi, ad esempio, Mc 1,29-31; 1,40-45; 2,1-12; 3,1-6; 5,24-34; 5,35-43; 7,31-37; 8,22-26; 10,46-52). Solo in alcuni casi la malattia è legata alla possessione diabolica, cosicché Gesù, cacciando il demonio, guarisce il malato (cfr. Mt 12,22; Mc 9,17-18; 5,3-4).

UNA GRANDE ATTIVITÀ – Gesù ha svolto una vasta attività di esorcista, sia in territorio ebraico, sia fuori di esso (cfr. Mt 4,24) e ha dato anche ai suoi discepoli il potere di fare esorcismi. Egli, infatti, costituisce il gruppo dei Dodici "perché stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demoni" (Mc 3,14-15).



Perché Gesù caccia i demoni?
LA REAZIONE DEI CONTEMPORANEI – Di fronte a questi fatti, come reagiscono i contemporanei di Gesù? Le folle sono entusiaste e, insieme, fortemente meravigliate. Invece, per gli scribi e i farisei, Gesù è uno stregone che compie operazioni di magia con lo scopo di sedurre la gente (cfr. Mt 12,24). Per i farisei, dunque, il fatto è reale: Gesù scaccia veramente i demoni. Solo che li scaccia per il potere che gli viene da Beelzebul, il capo dei demoni. Questa accusa di stregoneria lanciata contro Gesù ha lasciato una traccia nel giudaismo posteriore: nel Talud (Sin 43a) si legge: "alla vigilia di Pasqua venne impiccato Gesù [...] perché aveva praticato la magia, sedotto Israele e causato l'apostasia [del popolo]". Col passare del tempo, l'insinuazione dei farisei dovette far breccia in molte persone, tanto che una folle ostile a Gesù arriva a dirgli: "Tu hai un demonio" (Gv 7,20; cfr. anche Gv 8,48.52).

CHE COSA RAPPRESENTA PER GESÙ L'ESPULSIONE DEI DEMONI? – In risposta all'accusa dei farisei – essere alleato di Satana – Gesù offre una argomentazione complessa (cfr. Mt 12,25-28). Egli parte da una similitudine di un regno che è diviso in se stesso: in questa situazione, è destinato alla rovina. Anche il regno di Satana, se è diviso in se stesso, per il fatto che Satana combatte contro se stesso, non può durare, ma va in rovina. È dunque impossibile che Satana combatta contro se stesso e per questo Gesù non può scacciare i demoni in nome di Satana. Del resto – argomenta ad hominem – se così avviene, i discepoli dei farisei in nome di chi compiono le medesime azioni? A questo punto Gesù tira la conclusione: "ma se io scaccio i demoni per virtù dello Spirito di Dio, è certo giunto tra voi il regno di Dio" (Mt 12,28). La cacciata dei demoni, per Gesù, è dunque il segno della venuta del regno di Dio e della potenza del suo Spirito tra gli uomini.



La lotta contro il Male
Ma c'è di più. La liberazione delle persone possedute dal demonio s'inserisce inuno scenario assai più ampio: quello della lotta di Gesù contro il Male. Male - è estremamente importante notarlo, per evitare equivoci e false interpretazioni – che per Gesù non è una astrazione o un'espressione per indicare il lato tenebroso, caotico e irrazionale, e talvolta mostruoso e orribile, della storia umana e del cuore dell'uomo, e non è neppure una figura simbolica, la personificazione, cioé del male nel mondo e nell'uomo, ma è un Essere spirituale personale, una Presenza e una Potenza reale, che Gesù indica con vari nomi: Satana (Lc 10,18), il malvagio (Mt 13,19), il Nemico (Mt 13,39), il Potere delle tenebre (Lc 22,53), il Maligno (Gv 17,15), il Principe di questo mondo (Gv 14,30), il Menzognero e il Padre della menzogna (Gv 8,44). Satana è il Forte (Lc 11,21) che lotta contro Gesù. Questa lotta inizia mentre Gesù nel deserto si prepara a predicare il regno di Dio, continua durante tutta la vita pubblica di Gesù e si conclude con la sua morte sulla croce.

GESÙ E SATANA – Ma se Satana è il Forte, Gesù è il più Forte. In particolare, è con la passione e la morte di Gesù che Satana viene sconfitto e il potere suo e dei suoi "angeli" (cioè i demoni), di cui egli è il capo, il "principe", e che con lui e sotto di lui formano un "regno" (cfr. Mt 12,26), è distrutto, nel senso che non è più invincibile e non può più nuocere agli uomini, se essi stessi non ne diventano volontariamente schiavi o se, una volta che lo siano divenuti, si lasciano liberare da Gesù e dai suoi discepoli nel suo nome.

LO STILE DELLA LOTTA – Questa lotta di Gesù contro Satana è condotta da lui con uno "stile" particolare, per cui egli si discosta profondamente dagli esorcisti del suo tempo. Anzitutto perché colloca l'espulsione dei demoni in rapporto strettissimo e diretto con la venuta del regno di Dio. In secondo luogo, perché caccia i demoni "come uno che ha potere" (Mc 1,22): "comanda" agli spiriti immondi e questi gli obbediscono. In terzo luogo, non compie nessuna delle pratiche di esorcismo, più o meno magiche, che compivano i suoi contemporanei. Egli caccia i demoni con la sola forza della parola!

LE CREDENZE AI TEMPI DI GESÙ: GESÙ LE HA CONDIVISE? – Al tempo di Gesù non c'era soltanto la credenza dei diavoli, ma si credeva anche che i diavoli, con il loro influsso malvagio, causassero malattie e disastri; si credeva pure che i demoni fossero i ministri della vendetta divina. Il problema è molto delicato e presenta due aspetti: l'uno riguarda l'atteggiamento di Gesù circa la credenza popolare nel mondo demoniaco; l'altro riguarda la "realtà" che Gesù attribuisce ai demoni. Circa il primo aspetto, per Gesù il mondo diabolico è una realtà. Su di esso Gesù non specula per quanto riguarda la natura e l'origine: afferma soltanto che esso è in opposizione a Dio e mira a rovinare e a tormentare l'uomo. Da notare che Gesù distingue sempre tra possessioni e malattie. Circa il secondo aspetto, vi è un "realismo" della visione che Gesù ha del mondo demoniaco: Satana e i demoni sono essi reali, non figure simboliche del male. La sua lotta contro Satana ha a che fare col mistero più profondo e più inaccessibile della storia umana. È la lotta del "mistero della salvezza" (mysterium salutis) contro il "mistero dell'iniquità" (mysterium iniquitatis). Perciò ogni tentativo di "demitizzazione" non solo incontra difficoltà storiche insormontabili, ma immiserisce e banalizza la figura di Gesù, perché ne fa un credulone - se non si rendeva conto della sciocchezza di credere negli spiriti – o un imbroglione, se non credeva nel demonio e tuttavia, per guadagnare l'ammirazione e la simpatia della gente, compiva esorcismi, pur non credendo in quello che faceva.

UNA DOMANDA CRUCIALE – Ma, se Gesù ha realmente lottato contro Satana e se realmente ha espulso i demoni dalle persone possedute da essi, dando a tutto ciò il significato della presenza del regno, si pone ancora una volta il problema: chi è Gesù di Nazareth?



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